Turchia, elezioni e violenza sulle donne

Il prossimo 14 maggio la Turchia si ritroverà alle prese con le elezioni presidenziali e legislative. In vista di questo appuntamento, la coalizione di governo di Recep Tayyip Erdogan,  nel tentativo di accaparrarsi uno scarsissimo 1 per cento in più di voti, ha accolto i due partiti dell’islamismo radicale: l’Yrp (Islamist New Welfare Party) e l’Huda-Par.

Dov’è lo scandalo?

La risposta è semplice: l’accordo elettorale prevede l’abrogazione della legge che punisce la violenza sulle donne e i minori.

I due schieramenti hanno infatti presentato almeno 30 richieste, fra le quali emerge la cancellazione della legge 6248 del 2012 che contrasta e punisce la violenza contro donne e bambini. Secondo l’avvocato Gokcecicek Ayata interpellata da al-Monitor, si tratta di una scelta folle in una nazione in cui ogni giorno vengono uccise almeno tre donne per violenze che si consumano fra le pareti domestiche.

Ma non solo. 

Nel silenzio più totale dei media (progressisti-femministi-super cool quando stanno comodi a casa loro), Mariano Giustino su Radio Radicale  ha svelato l’inquietante motivo che potrebbe essere alla base della richiesta: consentire il matrimonio tra un ventinovenne ed la bambina di 6 anni che lo stesso ha stuprato. E se si apre a questa opzione una volta, allora lo si fa per tutti. 

Dopo il ritiro del Paese dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e domestica nel 2021, si è fatto più di un passetto in avanti per riuscire ad introdurre la sharia in Turchia come vera legge di Stato. 

Ma fino a che qualcuno non proporrà la stessa follia qui in Italia, le nostre sedicenti femministe rimarranno in silenzio.

Aggiornato il 05 aprile 2023 alle ore 12:44