“Guerra per procura” all’africana

Le ricche nazioni d’Europa sono abituate a giocare in Africa alle “guerre per procura”. Soprattutto i governi e i vertici finanziari dell’Europa centrale e del Nord e della Gran Bretagna hanno accumulato una tale valanga di scheletri nell’armadio, frutto d’una decolonizzazione peggiore della colonizzazione, che temono i democratici Usa raccontino all’opinione pubblica cosa fanno gli europei in Africa. Ecco che l’Ue, per scongiurare finiscano sulla graticola i negrieri europei della finanza e della politica, appoggia ogni iniziativa Usa in Ucraina, anche a costo di ridurre alla fame e in povertà l’ottanta per cento del popolo del Vecchio Continente.

Fa tanta rabbia sentire giornalisti e delegati eletti dalla gente affannarsi nel sostenere “le guerre per procura non esistono, sono solo frutto delle fantasie dei complottisti”. È evidente che gli eserciti europei, per quanto abbiano arruolato mercenari (gente che combatte per lo stipendio) e abolito la leva obbligatoria (l’esercito di popolo), siano in difficoltà e restii a inviare direttamente truppe in Ucraina, temendo i danni possano superare i costi del finanziare una guerra combattuta da terzi e pagata dalle superpotenze occidentali (Usa, Ue e Gran Bretagna).

Mentre il ricco occidente delega, la Russia ci mette la faccia e schiera un esercito di popolo, come nella sua tradizione. E che sia per l’Occidente una “guerra per procura” emerge dal fatto che c’è una relazione diretta e duratura tra gli attori esterni e i belligeranti coinvolti: una relazione sotto forma di finanziamenti, addestramento militare, armi e altre forme di assistenza materiale che sostengono la fazione belligerante, il suo sforzo bellico.

Oggi che la Russia non s’è piegata ai diktat di Washington, i poteri occidentali temono Mosca apra gli archivi, rivelando al mondo intero le tantissime “guerre per procura” combattute nei Paesi poveri da Usa, Regno Unito, Belgio, Olanda, Francia, Germania. Naturalmente raccontando al mondo anche come gli Usa hanno influito sul declino delle democrazie scelte dai cittadini: esempio come tanti la congiura del Britannia per varare Tangentopoli in Italia.

Un archivio davvero ragguardevole quello russo, progettato e costruito da Andrej Vyšinskij nel subito dopo Secondo conflitto, nel 1945, e per fronteggiare l’Occidente con l’informazione. Perché nel maggio del 1945 Winston Churchill stava convincendo Roosevelt ad aderire al piano d’attacco contro l’Unione Sovietica: l’operazione segreta Unthinkable (tradotto “operazione Impensabile”), perché nessuno avrebbe potuto immaginare che, l’Occidente sfiancato dalla guerra poteva sferrare un attacco al blocco del socialismo reale. L’operazione non si materializzava, ma Vyšinskij iniziava a collezionare notizie sul nemico per l’imminente “guerra fredda”. Notizie vere e documentate, che l’Occidente ha sempre bollato come “disinformazia”.

Del resto l’ipocrisia del cosiddetto “mondo libero e civile” si rivela tutta nella persecuzione giudiziaria in danno di Julian Assange, colpevole di aver rivelato come gli stati padroni delle leve finanziarie planetarie commettano i peggiori crimini, le peggiori nefandezze. E l’Italia che fa? Tace e accetta si combattano guerre per procura in nome di inconsistenti valori e prerogative di Nato, Onu e Ue. Accetta a tal punto le angherie da accontentarsi dei soli esecutori degli omicidi dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo, ma senza minimamente azzardarsi a guardare oltre, indagando sui mandanti: questo è solo uno dei tantissimi casi, consumatosi in Congo, in cui l’Italia si mimetizza da spettatrice delle “guerre per procura” giocate in Africa dai ricchi Paesi occidentali.

I censimenti sulle forze armate in Africa hanno fatto emergere che sarebbero in campo in quell’enorme continente dirimpettaio circa (per difetto) tremila eserciti pseudo rivoluzionari, mercenari e di liberazione a vario titolo. La domanda sorge spontanea: chi paga? Chi mette benzina in questi veicoli che dal Corno d’Africa sino alla Sierra Leone e dal Botswana sino al Mali si spostano per migliaia e migliaia di chilometri per combattere guerre per procura? A queste domande non risponderebbero mai i vari Draghi o le Von der Leyen. Il loro timore sta tutto nel fatto che la Russia possa rivelare al mondo che l’Occidente paga i mercenari in Africa e gli eserciti paramilitari del narcotraffico in Sud e Centro America, dove nelle favelas vengono impunemente fucilati i bambini accusati di spaccio di droga (l’esecuzione sulla collina delle scimmie era stata fatta da una polizia locale formata dall’Fbi).

Dal al Sahel Corno d’Africa i gruppi armati evitano ci sia pace per le popolazioni. E qualcuno potrebbe rivelare come l’Occidente tratti con Boko Haram, Aqim (al-Qaeda nel Maghreb Islamico), al-Mourabitoun, Ansar Eddine e al-Shaabab. Gruppi jihadisti e formazioni subsahariane utili all’Occidente per mantenere l’Africa in fibrillazione, attraverso le “guerre per procura”: comode all’Occidente per il controllo delle ex colonie, pagando gli eserciti africani e insediando governi fantoccio corrotti.

Ciad, Nigeria, Camerun, Benin, sono solo alcuni dei territori africani ricchi di materie prime (dal petrolio all’uranio passando per le terre rare per fabbricare batterie): forse, nel bel mezzo della “guerra per procura” in Ucraina qualche fonte non occidentale potrebbe rivelare i programmi di addestramento di Francia e Usa per gli eserciti locali africani, insufficienti a fronteggiare l’espansione del jihadismo, ma bastevoli a costruire conflitti locali con forze pseudo rivoluzionarie pagate probabilmente dalle multinazionali occidentali.

Così la logica del divide et impera lascia l’Africa in mano ai vecchi colonizzatori, che oggi non sono nemmeno vincolati a garantire diritti e giustizia, e perché da più di cinquant’anni quelle terre non fanno più parte degli imperi coloniali. In questo parapiglia, stati occidentali e multinazionali garantiscono il perenne conflitto nelle ex terre d’oltremare, e le grandi società quotate in borsa acquisiscono dai governi corrotti i terreni più fertili e le commodity minerarie, a patto che i militari scaccino i contadini tribali. Ovviamente ai più giovani non rimare che arruolarsi in uno dei tremila eserciti o attraversare il Mediterraneo, e per cercare lavoro a casa dei negrieri.

Così l’Occidente malato, che perpetua il proprio potere alimentando insicurezza e destabilizzazione in ampie zone del pianeta, ha portato in Ucraina la “guerra per procura” all’africana. Non è certo un caso che siano stati individuati in Ucraina degli istruttori mercenari francesi, reduci del conflitto libico e della guerra civile in Costa D’Avorio. E non sarebbero pochi i “foreign fighters” anglosassoni, olandesi e statunitensi.

In questo scenario è normale gli stracci saltino per aria, che lo spirito di Andrej Vyšinskij dica a Vladimir Putin di aprire biblioteche e archivi, per rivelare al mondo intero l’ipocrisia della “guerra giusta” dei democratici americani. Nel parapiglia c’è carne al fuoco anche per i migliori servi, così una volta per tutte potrebbero trovarsi svelati anche i segreti italiani, dall’omicidio di Enrico Mattei (voluto dalle Sette Sorelle) ai giochi finanziari sul Ponte Morandi passando per l’omicidio di Aldo Moro e fino alla caduta della Prima Repubblica.

Aggiornato il 13 luglio 2022 alle ore 11:10