Stranamore a Teheran

L’Aiea Agenzia Onu per il controllo dell’energia atomica – denuncia seraficamente che l’Iran entro poche settimane potrebbe dotarsi di bombe nucleari. Sarebbe il primo caso in cui per davvero (persino Vladimir Putin non sembra così delirante) una bomba atomica potrebbe essere nelle mani di un Dottor Stranamore, ovvero il folle e insieme lucido regime degli ayatollah.

È un’altra puntata della serie “La Bella Addormentata”: dopo che l’Europa si è legata mani e piedi alla geopolitica strangolagonzi di Putin, rischiamo di ritrovarci di fronte a un secondo risveglio atroce dopo quello ucraino, dopo decenni di oppio politico iraniano che tutta l’Europa ha fumato (in fumerie cinesi?) nel suo eterno appeasement di fronte a chiunque abbia imparato a ringhiare. L’Europa in politica internazionale preferisce fare come tutti gli idioti: farsi infinocchiare da discorsi e azioni strampalate che sarebbero indigeribili anche per un pitone, piuttosto che farsi rifilare parole e cose utili e sensate. Così, mentre gli Usa, Israele e i Paesi arabi si rendevano conto del crescente problema causato dal progetto atomico dell’Iran, l’Eu-Russia si produceva in una danza sufi basata sui soliti “discutiamo” “aspettiamo” “trattiamo”.

La crisi si è riacutizzata per l’ennesima volta una decina di giorni fa, quando un drone ha colpito un laboratorio nucleare iraniano vicino al centro militare e industriale di Parchin, posto a 60 chilometri da Teheran, dove il regime komeinista avrebbe fatto i suoi primi esperimenti e dove l’agenzia delle Nazioni Unite, Aiea, ha svolto diverse ispezioni, naturalmente negative. Nell’attacco è morto un ingegnere. A metà maggio un attentato – che secondo i Guardiani della Rivoluzione sarebbe stato organizzato dal Mossad israeliano – ha ucciso un colonnello dell’esercito iraniano.

Va ricordato che è dagli anni Ottanta del secolo scorso che Israele combatte il nucleare di cui si dotò il Pakistan, col suo ingegnere Abdul Qadeer Khan. Di Khan e dei suoi legami con Germania e Svizzera parla un clamoroso (ma tanto noi dormiamo il sonno degli ingiusti) articolo della Neue Zürcher Zeitung (Nzz). Secondo il quotidiano svizzero, il Mossad avrebbe fatto esplodere bombe contro aziende tedesche e svizzere negli anni ’80. Come mai? Perché quelle stesse aziende avevano aiutato la Repubblica islamica del Pakistan allo sviluppo del suo programma di armi nucleari. Pakistan e Repubblica islamica dell’Iran avrebbero collaborato strettamente già 40 anni fa alla costruzione di ordigni nucleari.

La Nzz riferisce sul ruolo svolto dal fu padre dell’armamento nucleare pakistano, Abdul Qadeer Khan, quando negli anni ’80 si assicurò tecnologia e progetti da governi e aziende europei. Come riporta Notizie geopolitiche: “Khan avrebbe incontrato in un hotel di Zurigo una delegazione dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica nel 1987. La delegazione iraniana era guidata dall’ingegnere Masud Naraghi, capo della commissione per l’energia nucleare iraniana”. Erano presenti anche due ingegneri tedeschi, Gotthard Lerch e Heinz Mebus. Ulteriori incontri si svolsero a Dubai. A quel punto gli Stati Uniti cercarono, invano, di convincere i governi svizzeri e tedesco a sanzionare le loro aziende. Dopodiché “ignoti individui perpetrarono attacchi esplosivi contro tre di quelle società”.

Un embrione di tecnologia nucleare nacque già nel 1957, quando gli Usa del presidente Dwight Eisenhower decisero di donare a Teheran, allora governata con mano di ferro dallo scià Reza Pahlevi, un micro-reattore a uso civile e dell’uranio. Il passo successivo è avvenuto negli anni Ottanta. Nei decenni successivi è intervenuta la Quadruplice Russia-Cina-Nord Corea-Iran, col così detto “nucleare civile” fornito dalla Russia con il silenzio-assenso europeo.

Non va dimenticata – in questa corsa alla Bomba – il ruolo avuto dalla Francia nel favorire il programma nucleare iraniano, israeliano e dello stesso Pakistan. Pecunia non olet, dicevano i latini. Aggiorniamolo con un interlinguistico Nuke non olet. In realtà, se l’Aiea ha ragione, dovremmo preoccuparci seriamente e fare le migliori azioni possibili nei confronti di un bambino violento e prepotente che, invece di avere soldatini di latta o un qualsivoglia Risiko, ha in mano un’arma in grado di trasformare il mondo nella superficie del Sole.

Aggiornato il 08 giugno 2022 alle ore 12:30