Turchia, Erdogan “sfida” le donne e rilancia il “matrimonio riparatore”

L’ipotesi di una legge sconcertante ha portato le donne turche in piazza. Stiamo parlando dell’aberrante concetto di “matrimonio riparatore”. Per cui chi viene accusato di violenze sessuali nei confronti di una donna, potrà uscire di prigione, evitare la condanna e riparare, sposando la propria vittima. A patto che la differenza d’età fra i due sposi sia minore di dieci anni. Il partito promotore della norma si chiama Giustizia e sviluppo. Sembra ironico ma, purtroppo, non lo è. È la formazione politica del leader indiscusso della Turchia: Recep Tayyip Erdoğan. Il presidente.

La settimana scorsa, all’interno di un vasto pacchetto di riforma del sistema giudiziario, il testo sul “matrimonio riparatore” era stato portato all’Assemblea di Ankara. Dove però le deputate del partito repubblicano, all’opposizione, lo avevano subito contestato. Dopodiché, le donne di Istanbul hanno manifestato contro la bozza di legge. Fidan Ataselim, la segretaria generale piattaforma “Fermiamo i femminicidi”, ricorda che già “nel 2016 il governo aveva proposto una legge sull’amnistia per gli autori di abusi sessuali sui minori, tutte le donne si sono opposte e la proposta è stata ritirata. Se ci riprovano, la combatteremo di nuovo”.  

Il movimento traccia le violenze di genere dal 2009, da quando cioè l’esecutivo di origine religiosa ha smesso di tenere i dati ufficiali. Per l’associazione, nell’ultimo decennio sono state uccise oltre 2600 donne, numero che aumenta di anno in anno. Secondo studi delle Nazioni Unite, il 38 per cento delle turche ha sofferto violenze sessuali o psichiche da parte dei loro partner. In pratica, si tratta anche di una battaglia di numeri.

Aggiornato il 24 gennaio 2020 alle ore 13:57