Usa aperti a negoziati, ma l’Iran non si fida

Washington ha aperto i negoziati con l’Iran. Per John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale statunitense ora Teheran deve “varcare quella porta aperta”. Ma Hassan Rohani non si fida più degli Usa. In un incontro con i ministri in diretta tivù il presidente iraniano si è rivolto all’America: “Mentre fate appelli ai negoziati, cercate di sanzionare il ministro degli Esteri? È evidente che state mentendo”. Poi, è arrivato l’affondo: “La Casa Bianca è afflitta da ritardo mentale”.

Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Abbas Mousavi, ha scritto su Twitter che “imporre sanzioni sterili contro la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, e il capo della diplomazia iraniana, Mohammad Javad Zarif, significa la chiusura in modo permanente della via della diplomazia con l’amministrazione Trump”.

Donald Trump ha imposto sanzioni alla Guida Suprema della Repubblica Islamica. Nel mirino delle nuove misure Usa all’Iran c’è infatti l’ayatollah Ali Khamenei, visto a Washington come la figura più minacciosa di Teheran e il vero ostacolo a qualunque tipo di dialogo con l’attuale Casa Bianca.

Nel firmare le nuove sanzioni Trump aveva detto che l’Iran deve rinunciare al suo sogno della bomba atomica e deve smetterla di sostenere il terrorismo. “Non cerchiamo un conflitto e ci piacerebbe di essere in grado di siglare un nuovo accordo”, aveva affermato il presidente americano.

“Le sanzioni riguardano l’ayatollah Khamenei, accusato di essere il responsabile della condotta ostile dell’Iran, ma in generale sono rivolte all’intera leadership iraniana. Come ha ricordato il segretario al Tesoro americano Steve Mnuchin, “all’Iran sarà impedito di accedere ai servizi finanziari che rientrano nella giurisdizione americana. Ed entro la fine della settimana, ad essere raggiunto da sanzioni specifiche potrebbe essere il ministro degli Esteri Javad Zarif, insieme all’ex segretario di Stato Usa John Kerry il vero artefice dell’accordo sul nucleare iraniano del luglio del 2015”.

Ieri Trump aveva detto in un’intervista a The Hill di non avere “bisogno dell’approvazione del Congresso per un attacco all’Iran. Mi piace l’idea di avere il Congresso a fianco”. Ma non serve la sua autorizzazione a procedere in caso di attacco. Ma secondo la speaker della Camera, Nancy Pelosi, il via libera del Parlamento è necessario. “Sono in disaccordo”, replica seccamente Trump.

Aggiornato il 25 giugno 2019 alle ore 12:18