Assange, L’arresto a Londra nell’ambasciata ecuadoriana

Julian Assange è stato arrestato a Londra. Il giornalista australiano, fondatore di Wikileaks, si trovava da sette anni nell’ambasciata dell’Ecuador. È stato ammanettato, dopo che il Paese sudamericano gli ha revocato l’asilo. “C’è la richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti”, ha annunciato l’avvocato di Assange. Il giornalista è stato portato in custodia alla stazione centrale di Scotland Yard, poi in tribunale.

Assange, nel corso dell’arresto, ha accusato Londra: “Il Regno Unito – ha detto – non ha civiltà”. Subito dopo, ha fatto un appello ai britannici dicendo “il Regno Unito deve resistere”. Un testimone, sostenitore di Assange, ha raccontato alla stampa di aver contato “almeno sei uomini in borghese impegnati a trascinare via Julian, oltre ad alcuni agenti di polizia in uniforme schierati a fare barriera intorno. Assange ha detto qualche parola, ma è stato spinto in fretta a bordo di un furgone. Julian è apparso disorientato, non avendo visto la luce del giorno per oltre sei anni. Portarlo via così è stato crudele”.

Assange si era rifugiato nell’ambasciata nel giugno del 2012, acquisendo la cittadinanza dell’Ecuador nel 2018. Ma i suoi rapporti con le autorità di Quito si sono complicati. Nel 2016 gli era stato tolto l’accesso ad Internet dopo che Wikileaks aveva pubblicato una serie di e-mail riservate dell’allora candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton.

Assange è stato riconosciuto colpevole di aver violato i termini della cauzione nel 2012 per non essersi presentato allora dal giudice ed essersi rifugiato nell’ambasciata sudamericana. Per questo reato rischia una pena fino a 12 mesi di carcere nel Regno Unito, in attesa che le autorità britanniche decidano anche sulla richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti. Il fondatore di Wikileaks, inoltre, è accusato da Washington di cospirazione con Chelsea Manning nel 2010, finalizzata alla pirateria informatica.

Wikileaks ha accusato il Paese sudamericano di aver “revocato illegalmente l’asilo, in violazione del diritto internazionale”. L’organizzazione ha sostenuto che dietro questo arresto vi siano “la Cia e altri poteri”. Wikileaks ha twittato che “Assange è un figlio, un padre, un fratello. Ha vinto decine di premi giornalistici ed è stato nominato per il Nobel per la pace dal 2010. Ma attori potenti, inclusa la Cia, sono impegnati in uno sforzo sofisticato per disumanizzarlo, delegittimarlo e imprigionarlo”.

Il presidente dell’Ecuador Lenin Moreno ha detto di avere revocato l’asilo ad Assange per “violazione della convenzione internazionale da parte del giornalista australiano”, assicurando “che non sarà estradato in un Paese che applica la pena di morte”. Ma l’ex presidente del Paese, Rafael Correa, che aveva concesso l’asilo, ha accusato di “tradimento” il suo successore: “Così ha messo a rischio la vita di Assange e umiliato l’Ecuador. Moreno è un corrotto ma quello che ha fatto oggi è un crimine che l’umanità non dimenticherà mai”. Il ministro dell’Interno britannico Sajid Javid conferma che “Julian Assange, sette anni dopo essere entrato nell’ambasciata ecuadoriana, è ora sotto custodia della polizia per affrontare debitamente la giustizia del Regno Unito. Voglio ringraziare l’ambasciata dell’Ecuador per la sua cooperazione e la polizia per la sua professionalità: nessuno è al di sopra della legge”.

Theresa May, parlando alla Camera dei Comuni, ha dato “il benvenuto alla notizia” dell’arresto di Assange. “Nessuno nel Regno Unito – ha detto – è al di sopra della legge”. Intanto, si fa sentire anche il Cremlino. Il portavoce del presidente russo Dmitry Pescov ha chiesto che “i diritti di Assange devono essere rispettati”.

Per il sottosegretario italiano agli Esteri, Manlio Di Stefano, “l’arresto di Assange, dopo sette anni di ingiusta privazione di libertà e una inquietante manifestazione di insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come Wikileaks. Amici britannici, il mondo vi guarda, l’Italia vi guarda. Libertà per Assange”.

Aggiornato il 11 aprile 2019 alle ore 18:32