Le regole della Ue e l’eccezione tedesca

Fu Giovanni Giolitti a sentenziare che “per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano”. Deve essere così che la pensano a Bruxelles ed a Francoforte dove la regola aurea che si osserva è: implacabili con i deboli, servili con i forti. In queste ore sotto i riflettori dei media ancora una volta è finito un altro pezzo della solita Germania. Il “Financial Times” ha rivelato che in occasione degli stress test sul sistema bancario dell’Unione europea, effettuati lo scorso luglio dall’Autorità bancaria europea (Eba), la Deutsche Bank ha ricevuto un aiutino non da poco. I conti in bilico dell’istituto di credito di Francoforte sul Meno hanno superato la prova grazie all’inserimento in bilancio dei proventi della vendita della partecipazione nella banca cinese Hua Xia. Peccato però che la transazione non sia stata perfezionata entro la data limite stabilita del 31 dicembre 2015. Ad essere precisi, l’operazione è ancora sulla carta e l’unica notizia che perviene dai vertici della Deutsche Bank è che si auspica di chiuderla entro il 2016. Quindi, a bilancio è finita soltanto una speranza.

Se anche all’Italia fosse consentito di appostare i desideri nei propri conti sarebbe il Paese più virtuoso del mondo. Ma non lo è perché come recita un antico adagio della saggezza napoletana: “Chiacchiere e tabacchiere di legno il Banco di Napoli non ne impegna”. Ma per i tedeschi sì, le chiacchiere sono capitale circolante. La Deutsche Bank ha chiuso lo stress test con un capitale primario al 7,8 per cento nel caso di scenario negativo, grazie ai denari fasulli dell’affare cinese. Senza quelli la percentuale fissata (Cet1) dall’autorità di vigilanza sarebbe scesa al 7,4 per cento. Per la chiarezza: già il dato di chiusura accertato è da ritenersi debole, se invece si fosse detta la verità la quota finale raggiunta sarebbe stata da incubo. Purtroppo l’aiutino concesso dalla Banca centrale europea non è l’eccezione, ma la regola. Un’indagine pubblicata dal sito web “True Numbers” sul grado di efficacia delle raccomandazioni della Commissione europea agli Stati membri, rivela che tra i Paesi più indisciplinati e meno disposti a recepire i “consigli” di Bruxelles non ci sia la sciatta Italia, ma proprio l’“inflessibile” Germania. Ricordate la questione del surplus commerciale? Sono anni che l’economia tedesca colleziona record nell’avanzo dell’export sull’import. Secondo le regole comunitarie non potrebbe farlo perché superando il differenziale del 6 per cento finirebbe col danneggiare le economie degli altri Stati membri. Ma la Germania se ne infischia anche perché Bruxelles, sempre pronta a bastonare i Paesi deboli, non osa comminare al gigante tedesco le sanzioni previste.

Lasciando agli esperti tutte le valutazioni sulle ricadute economiche di questo palese squilibrio di mercato, resta la valutazione politica sulle conseguenze di una situazione fondata sulla disparità di trattamento tra “figli e figliastri”. Come la si vuol fare questa Europa unita se il più forte bara e tiranneggia gli altri? Basta una gita nel mare di Ventotene? Davvero si crede che a far saltare l’Unione saranno i movimenti populisti? Se oggi c’è un killer del futuro comune europeo quello sta a Berlino. Altro che Marine Le Pen e Matteo Salvini: la “sfascista” si chiama Angela Merkel. Ogni santo giorno che apriamo gli occhi dovremmo ripetere a noi stessi, come un mantra: “Ricordati di Atene”. Il solo pensiero del trattamento riservato alla piccola Grecia lo scorso anno dovrebbe indurci a temere un destino terribile per la nostra comunità nazionale se il nuovo ordine europeo venisse imposto da questa Germania da “Quarto Reich”. Dovremmo prodigarci tutti per impedirlo, a destra come a sinistra. Tuttavia non c’è da illudersi: non sarà questo governo renziano il baluardo per la difesa a oltranza dell’interesse nazionale. Benché sia inelegante dirlo, Matteo Renzi non è il “Ciceruacchio” del nuovo risorgimento italiano ma un patetico “Pierrot” succube di un’arcigna frau Merkel. Fingiamo pure di non coglierla, ma si respira già aria di tirannide.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:10