Il supereroe gay che sostiene Obama

Non è tra i nomi dei supereroi più celebri o che fanno incassi al botteghino, ma è comunque una creatura della Marvel, la cui prima apparizione risale al 1979. Si tratta di Northstar, è nella squadra degli X-Men il suo vero nome è Jean-Paul Beaubier. Il nome è francese perché il nostro eroe è originario del Canada. È un mutante capace di raggiungere velocità inimmaginabili per un umano qualunque. Ma il motivo per il quale Northstar è divenuto famoso, è che è il primo supereroe della Marvel dichiaratamente omosessuale.

Northstar fece il suo coming out nell'anno 1992. I fan degli X-Men avranno fatto l'abitudine e il resto del mondo magari non ha mai saputo nulla di specifico né su un supereroe di nome Northstar né sulla sua vita privata. Ma probabilmente non rimarrà a lungo in sordina, se ne parlerà.

Perché le elezioni negli Stati Uniti si avvicinano ed è arrivato il momento di serrare le fila, capire chi sta da una parte e chi dall'altra. Se qualcuno è pronto a giurare che gli americani omosessuali non votano repubblicano s'inganna. La presidenza Obama non ha accelerato in modo particolare i progressi nel diritto civile per le persone omosessuali negli Usa, tanto che in più di un'occasione le associazioni Lgbt non hanno mancato di far sentire al presidente la loro delusione. D'altra parte, il Partito Repubblicano, ancor prima della scelta di Mitt Romney come campione sfidante, ha portato avanti una campagna nella quale ha tenuto in modo particolare a ribadire la sua sostanziale refrattarietà all'universo Lgbt. Inutile girarci troppo intorno o utilizzare eufemismi che sanno di politically correct. Al Gop l'idea che due persone dello stesso sesso convolino a nozze non piace proprio. Lo stesso Romney è abituato a ricevere accuse di omofobia praticamente con cadenza giornaliera.

In un momento in cui il suo job approval non è decisamente alle stelle, Obama ha deciso di giocare la carta della tolleranza, anzi, della supertolleranza. Sono solo parole, ovviamente, ma hanno un peso. Decide di giocarsela. Va alla Abc, e non è certo una tv a caso. È la stessa che ospita lo spassosissimo The Ellen Degeneres Show, nel quale la moglie Michelle si era esibita in una serie di flessioni non più tardi del febbraio scorso, assieme alla simpatica conduttrice dichiaratamente omosessuale che dà il nome al programma stesso, felicemente coniugata con l'attrice Portia de Rossi. Una celebrità negli Stati Uniti, molto amata dal pubblico e sostenitrice del partito docratico. Va alla Abc, dicevamo, e si dichiara favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Che c'entra la Marvel in tutto questo? C'entra, perché è degli ultimi giorni la notizia che, nel prossimo numero di X-Men, il numero 51, che uscirà nelle edicole statunitensi a giugno, il supereroe Northstar dirà addio alla vita da scapolo, sposando Kyle, il suo fidanzato. Sarà una casualità. O forse no. Ad ogni modo, non è difficile intuire che, numero 51 o meno, la Marvel sostiene la posizione di Obama, implicitamente (ma neanche tanto) sponsorizzando il suo secondo mandato presidenziale.

I sondaggi dicono che la dichiarazione del presidente non sarà determinante per il voto. Può darsi. Poco dopo, Mitt Romney tiene un discorso davanti ai laureandi della Liberty University (la più grande università cristiana del mondo) e non lascia speranze all'elettorato Lgbt. Forse neanche questo sarà determinante per il voto. Fatto sta che la corsa dei democratici per accaparrarsi i voti degli Lgbt, dei loro amici, delle loro famiglie, dei loro colleghi di lavoro, dei loro vicini di casa, ecc. è ufficialmente partita. E no, comunque vadano le cose e per quanto possa scaldare gli animi, questo non è un tema determinante per la sopravvivenza di una nazione. Il fatto che i matrimoni tra persone dello stesso sesso siano o non siano permessi legalmente non è per niente determinante al fine di uscire dalla crisi economica globale, né per gli equilibri mondiali, né per il prezzo del carburante, né tantomeno per il sistema sanitario. Non è determinante per combattere il terrorismo internazionale, né per migliorare il sistema scolastico. 


Non è determinante nemmeno per combattere il debito pubblico, o per dare nuova linfa vitale al mercato del lavoro. È determinante, però, per la vita privata delle persone. Anzi, per una minoranza di persone. Che però votano come tutte le altre, non sono poi così poche, hanno parenti e amici e unite possono fare anche una piccola differenza. E questo Obama lo sa, e alla fine lo sa anche la Marvel.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:30