A proposito di fascismo e antifascismo

Sassolini di Lehner

All’attenzione anche del presidente Sergio Mattarella.

Da liberalsocialista craxiano celebro il Giorno della Memoria con qualche sottaciuta verità. Dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943, il Governo Badoglio avrebbe dovuto consegnare Benito Mussolini agli alleati – sarebbe stata la soluzione migliore – o farlo eliminare. L’occasione per una legittima uccisione capitò proprio sul Gran Sasso, quando gli alianti nazisti stavano per atterrare. Ai militari italiani giunse, invece, l’ordine di non usare le armi, né contro Mussolini, né contro i tedeschi.

Un autentico patriota antifascista non avrebbe mai permesso che Mussolini finisse nelle mani di Adolf Hitler, il quale lo avrebbe, come fece, usato per la rifondazione di un’appendice disperatissima del Ventennio. Benito consegnato agli alleati o defunto ci avrebbe risparmiato la Repubblica di Salò, la guerra civile, la barbarie di piazzale Loreto, la Resistenza, che servì anche a dare visibilità e consenso al Pci, il partito che aveva appoggiato e propagandato – Palmiro Togliatti per primo – il Patto Ribbentrop-Molotov. Quel patto sostenuto entusiasticamente dai comunisti italiani originò conseguenze catastrofiche: Seconda guerra mondiale, milioni di vittime, Olocausto, mezza Europa colonizzata dall’Urss.

Stalin, tanto per ribadire l’antisemitismo comunista, a corollario del patto scellerato, fece gradito dono ad Hitler degli ebrei ristretti nelle carceri sovietiche e nei Gulag. Gli israeliti come bovini destinati al macello.

Il Pci, che in quanto ad antifascismo era impresentabile (ricordo anche l’appello del 1936 ai “Fratelli in camicia nera”), riuscì a nascondere il suo scheletro fascio-nazi-comunista e a diventare l’alfiere della lotta partigiana, soltanto grazie a Salò e, direi, grazie al primo governo antifascista (?), quello di Badoglio.

Inutile rimarcare l’orda di cineasti, artisti, giornalisti e intellettuali fascistissimi o razzisti filonazisti passati da un giorno all’altro da libro e moschetto a falce e martello.

Inutile maramaldeggiare su Enzo Biagi recensore estasiato del film antisemita “Süss l’ebreo”. Inutile aggiungere il Togliatti Guardasigilli che scelse come primo collaboratore il presidente del Tribunale della Razza. Gaetano Azzariti, nominato in seguito, come supremo garante della legalità democratica ed antifascista, presidente della Corte costituzionale.

Aggiornato il 30 gennaio 2024 alle ore 09:17