Un caso semiserio: la scarcerazione di Brusca

Come è noto, pochi giorni fa, Giovanni Brusca, il criminale che azionò la levetta per produrre l’esplosione che barbaramente uccise Giovanni Falcone e la sua scorta, e reo confesso di oltre cento omicidi, è stato scarcerato dopo appena venticinque anni di reclusione. Come era prevedibile, questa scarcerazione ha suscitato molte e risentite reazioni non solo fra i parenti delle vittime, ma anche nella pubblica opinione, dolendosi tutti di una legge – come quella che prevede sconti di pena per i criminali che collaborino con gli inquirenti – che consente ad un tipo del genere di passeggiare tranquillamente per la strada sotto gli occhi attoniti di fratelli, figli e mogli di quelli che lui stesso ha ucciso.

Tuttavia, da un altro lato, i difensori del sistema oggi in essere hanno subito replicato che la legge sui collaboratori costituisce uno strumento indispensabile a disposizione degli inquirenti e che è impossibile prescinderne, anche davanti a questi effetti deprecabili. In questa prospettiva, i primi portano avanti le ragioni della pura umanità, mentre i secondi si fanno alfieri di quelle della legalità, essendoci poi anche coloro che – assumendo l’aria di saggi del dopopranzo – saccentemente affermano che certo le ragioni umane sono comprensibili, ma che anche quelle della legge lo sono.

Ora, questa separazione fra le ragioni dell’uomo da un lato e quelle della legge da altro lato è una sciocchezza risibile: per questo, il titolo allude al caso in esame come “semiserio”, in quanto esso di per se sarebbe serio, ma perde almeno metà della sua serietà a causa delle sciocchezze dette e ripetute e della confusione mentale dei commentatori. Infatti, basta poco a capire che per un verso o la legge risponde alle più profonde e vere esigenze umane oppure cessa di esser legge, per divenire un semplice atto di imperio di chi detenga il potere e che per altro verso o la umanità vive sotto le leggi oppure si disgrega come tale, cessa di esistere.

Insomma, fra ragioni umane e legge si coglie una solidarietà profonda ed originaria che a nessuno è lecito ignorare o passare sotto silenzio, tanto meno dissipare ripetendo cose assurde ed irreali come quelle sopra illustrate. Ecco perché fa soltanto sorridere che a volte i segretari di partito invitino i loro parlamentari a votare “secondo coscienza” in alcune materie (per esempio in tema di bioetica), al di fuori della disciplina di partito e che tutti i commentatori annuiscano soddisfatti a queste improvvide iniziative. In casi del genere, sono infatti all’opera coloro che io ho altrove definito i “nullapensanti”: e infatti, in materie diverse dalla bioetica, i parlamentari votano senza coscienza? Se così davvero fosse, converrebbe mandarli tutti a casa, non avendo il popolo italiano interesse alcuno a pagare persone che, prive di coscienza, son chiamate a legiferare sull’universo mondo, condizionando la vita di tutti.

Ne viene perciò che il vero motivo di contraddizione, che oggi fa scandalo, non sta fra le esigenze umane per un verso e la legge per altro verso, ma sta nel rapporto della legge con se stessa. Infatti, dal momento che bisogna pur chiedersi se la legge – e qui in particolare la legge sui collaboratori di giustizia ai quali vengono garantiti cospicui sconti di pena – sia “giusta”, ecco che il vero problema affiora in modo evidente. In proposito, molte sono le perplessità. Non mi pare possa dirsi giusta una legge che dispone della colpa degli imputati, sia pure per uno scopo condivisibile quale quello di sgominare le bande mafiose, per il semplice motivo che il “torto” non è a disposizione di nessuno, neppure del suo portatore.

Sicché, una legge che conferisca sconti di pena a chi collabori, riducendo a suo piacere la sfera della sua colpevolezza come si trattasse di una cosa fra le cose, di una torta da dividere, pare dotata di un tasso di giustizia assai esiguo. Infatti, nell’ambito delle cose di giustizia, il fine non giustifica mai i mezzi, in nessun caso. Al massimo, li specifica. E non basta.

Aggiornato il 04 giugno 2021 alle ore 09:27