L’importante è che “la giustizia faccia il suo corso”

Mi sono sempre piaciuti quelli che “la presunzione di non colpevolezza è un principio intangibile del sistema” e, oggi, gli (a Matteo Salvini) hanno già cucito addosso una condanna irrevocabile.

Coerenza a parte – ma è pur sempre un trascurabile particolare – sono la conferma della validità di un principio ancora più intangibile: davanti all’odio, non c’è valore che tenga. Ci si può battere per uno sconosciuto conculcato nei suoi diritti invocando le sacre regole della civiltà e della democrazia, e ci può ergere a giudice inflessibile del nemico politico tanto odiato. L’importante, per sentirsi in pace, è concludere la filippica con eleganza: “Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso”.

Lo farà, il suo corso, la Giustizia; lo farà comunque; come lo farà è tutto da vedere. Accade sempre così.

Grazie alla loro hybris, dopo duemila anni, sono convinti di avere riscattato l’errore, mandando Barabba sul Golgota. Non l’Altro.

Aggiornato il 13 febbraio 2020 alle ore 10:47