Procure, a quando l'autosospensione di Fuzi?

Chi è quel Riccardo, di cui con insistenza – pari alla familiarità chiede il dottor Palamara, quando gli viene comunicato che la Procura di Perugia ha aperto una indagine su di lui? È Riccardo Fuzi, attuale Procuratore generale presso la Corte di Cassazione. E perché Palamara lo cerca con tanta fretta? Semplicemente perché non vedeva l’ora di comunicargli la notizia di essere indagato dalla Procura di Perugia, invocando il suo aiuto. Ma Riccardo, cioè Fuzi – gli dice il suo interlocutore intercettato – si trova all’estero e, debitamente raggiunto, gli raccomanda di non fare assolutamente nulla e di aspettare invece il suo ritorno. Pare che poi effettivamente un incontro fra i due vi sia stato alla fine del mese di maggio.

Domanda: ma come mai questa familiarità davvero singolare fra Palamara e il vertice della Corte di Cassazione? Semplice: Fuzi è stato insediato nel suo prestigioso ruolo nel gennaio del 2018, quando Palamara era componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura e perciò Palamara lo tratta come una sua creatura politica.

Seconda domanda: ma come mai Fuzi gli raccomanda di aspettare il suo ritorno senza far nulla? Cosa si poteva temere facesse Palamara? E, soprattutto, come mai questa preoccupazione e questa subitanea e incondizionata messa a disposizione di Fuzi verso Palamara? Semplice: perché Fuzi per un  verso teme altri passi falsi di Palamara e, per altro verso, sa bene che il ruolo da lui ricoperto molto deve a Palamara, verso il quale egli pare nutra una forma di comprensibile riconoscenza.  

Terza domanda: ma come mai ora Fuzi promuove un’azione disciplinare verso Palamara, chiedendone la sospensione dalla funzione e dallo stipendio? Semplice: perché da un lato non può esimersi dal farlo, in quanto il ruolo glielo impone nella qualità di titolare della azione disciplinare; dall’altro, forse, perché serve a prendere le distanze da un soggetto che molti considerano ormai bruciato appunto Palamara e dal quale è opportuno stare più lontani possibile.   

Tuttavia, dopo le domande e le risposte, residua una preghiera per Fuzi. Visto che ha chiesto la sospensione di Palamara, provveda, per coerenza, ad autosospendersi dalle funzioni pure lui. Non solo perché ormai l’autosospensione è di moda, ma soprattutto perché se Palamara ha perso credibilità, anche il Procuratore generale della Cassazione sembra averla persa: anche perché da lui e dal suo ruolo se ne pretende di più e di più adeguata ed immancabile consistenza.    

Aggiornato il 21 giugno 2019 alle ore 10:02