La sciocchezza del sorteggio

Vladimiro Zagrebelsky, su “La Stampa”, rileva l’assoluta inconsistenza della proposta avanzata dal Guardasigilli, secondo il quale i membri togati del Consiglio superiore della magistratura dovrebbero essere eletti a sorteggio. Fuor di metafora, l’idea di Alfonso Bonafede è una sciocchezza colossale, per di più antidemocratica.

La democrazia – ormai dovrebbero saperlo anche dalle parti dei pentastellati – è un insieme di procedure che assicura il rispetto dei diritti di tutti, minoranze comprese, ed equilibri delicatissimi. Il sorteggio, invece, è pura alea, che – è vero – non avvantaggia nessuno, ma non consente neppure di scegliere.

Liquidata la questione per quello che è, vale a dire, il sintomo della mancata conoscenza delle regole del sistema e l’assenza di senso della democrazia, Zagrebelsky dice una cosa interessante: le correnti, un tempo territorio di confronto tra idee, sono lo strumento che consente a “capetti” sguaiati nel linguaggio di gestire i voti che controllano e trasformarli in potere.

Concetto interessante, considerato che è formulato da un autorevolissimo ex magistrato, già membro, per due volte, del Csm e poi Giudice della Corte Edu: interessante, perché proviene da un uomo di acutissima intelligenza, grandissima esperienza e profondissima competenza. I superlativi sono tutti appropriati, vista la qualità della persona.

Ma se Vladimiro Zagrebelsky ha ragione, come ha ragione, vorrei formularla io una domanda: la gestione del potere da parte di capetti dal linguaggio truce e dalla capacità di condizionamento di scelte esiziali per la Repubblica ha una sua definizione giuridica nel Codice penale? Io una mezza idea, al riguardo, l’avrei…

A proposito poi del Pm, il problema non è se Bonafede predichi la terzietà del pubblico ministero, equiparandola a quella del giudice, ma il concetto di terzietà al quale Bonafede si ispira. Questo è un problema serio, che gli auguro di non dover mai affrontare personalmente.

Aggiornato il 20 giugno 2019 alle ore 10:42