Sì-Tav, No-Tav, Nì-Tav

Luigi Di Maio ed i Cinque Stelle erano scesi in campo come i Bravi di Don Rodrigo: “Questa Tav non s’ha da fare, né ora né mai”.

Qualche volta è difficile anche comportarsi da imbecille anche per chi lo è. E Luigi Di Maio, il povero Danilo Toninelli, il capo “politico” Beppe Grillo col suo socio negli affari, Davide Casaleggio, hanno dovuto imparare che “non fare” è cosa che ha le sue difficoltà e che non basta essere imbecilli e comportarsi come tali per impedire che si realizzino cose che la storia e l’intelligenza ci impongono. Non è detto che, come oggi i più ormai sostengono, la Tav si faccia.

Il rischio che questa sorta di gioco al dominio dell’ignoranza che con espedienti poco chiari e contrastanti tra loro finisca con logorare quel tanto di resistenza che la vitalità del Paese oppone alla mala sorte di essere caduti nelle mani di quelli del “Bar dello Sport”, incombe sempre e sempre rischia di arrecare alla Nazione danni irrimediabili.

Intanto, Nì-Tav. Aspettiamo le elezioni europee. Poi si vedrà. Si vedrà come cacciarli, si vedrà come rimediare a ritardi, sconquassi e perdite di credibilità... Speriamo.

Certo, non c’è da stare allegri.

Aggiornato il 12 marzo 2019 alle ore 11:25