Materie prime e inflazione, lo studio di S&P

L’aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio, potrebbe modificare le attese sui tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali nei mercati emergenti. Paesi come Cile, Ungheria, Polonia, Turchia, Filippine, Thailandia e India, importanti importatori netti di energia, rischiano infatti un’intensificazione delle pressioni inflazionistiche, complicando così le decisioni sulle rispettive politiche monetarie. Questo è quanto emerge da un rapporto di Standard & Poor’s pubblicato il 17 aprile su come l’andamento dei prezzi delle materie prime stia ridefinendo le prospettive economiche su larga scala. Anche i prezzi dei metalli impiegati nei processi industriali hanno registrato aumenti significativi da inizio anno, riflettendo una forte aumento della domanda soprattutto in Cina. Questi rialzi hanno favorito economie come Perù, Cile e Indonesia, dove i metalli rappresentano una quota considerevole delle esportazioni. S&P prevede per 2024 una crescita economica differenziata nei mercati emergenti. Da Brasile, Messico e India, che nel 2023 hanno superato le aspettative, ad esempio, si attende una stabilizzazione della crescita, mentre Paesi come Cile, Filippine, Polonia e Vietnam potrebbero registrare un aumento del Pil più consistente.

Anche negli Stati Uniti le ultime stime sulle tendenze economiche hanno indotto gli analisti a riformulare le aspettative sui tagli dei tassi di interesse. Inizialmente si ipotizzava infatti l’avvio di una politica monetaria più espansiva già a metà del 2024, ma il 16 aprile il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato che il percorso per raggiungere l’obiettivo di inflazione al 2 per cento si prospetta “più lungo del previsto”. Il repentino aggiustamento delle stime inflazionistiche negli Usa influenzerà anche i mercati emergenti, contribuendo a rendere più probabile un rinvio nei tagli dei tassi di interesse principali. Periodicamente, le analisi economiche si concentrano intensamente su alcune variabili chiave. Fattori quali l’affidabilità del debito sovrano, la stabilità del sistema bancario e l’accesso al credito sono stati a lungo al centro dell’interesse negli studi e nelle ricerche. Di recente, si sono aggiunti argomenti quali le attuali tensioni geopolitiche, le decisioni di politica monetaria e l’equilibrio tra domanda e offerta di materie prime. Ovviamente, non è possibile considerare queste variabili come fattori isolati. Al contrario, per elaborare una visione completa dello stato corrente dell’economia e formulare proiezioni sul suo andamento futuro, è essenziale approfondire il legame che intercorre tra le diverse tendenze che si osservano nel sistema. Il rapporto tra mercato delle materie prime, inflazione e politiche monetarie costituisce un esempio di tale complessità.

Aggiornato il 22 aprile 2024 alle ore 16:06