Il Regno del Marocco e la presidenza del World Food Programme

Il Regno del Marocco è stato eletto alla presidenza del Consiglio esecutivo del Programma alimentare mondiale (Wfp) per l’anno 2024. Il riconoscimento giunge dopo il costante impegno in una ricostruzione sostenibile e in armonia con il territorio avviata dopo la tragedia del terremoto che ha scosso il paese. Una notizia importante per l’emergere di innovative politiche legate all’accesso al cibo nel Mediterraneo considerando che il nuovo rappresentante del Regno presso la Fao è Youssef Balla, attuale ambasciatore del Regno del Marocco in Italia.

Il ruolo del Marocco nel Wfp sarà anche quello di elaborare e raccogliere idee e progetti provenienti dalla cooperazione con numerosi Paesi africani. È la prima volta nella storia del Regno che lo stato del nord Africa ottiene la presidenza. Una fiducia internazionale crescente dovuta alla costante azione politica ed economica nei settori della cooperazione agroalimentare, della sicurezza agroalimentare e nella lotta contro i numerosi conflitti internazionali, generati anche dalla fame diffusa.

Il Regno punta ad una ottimizzazione e ad una pianificazione certosina delle risorse finanziarie che consentono al Programma alimentare mondiale (Wfp) di sviluppare politiche per rispondere meglio ai bisogni umanitari e di accesso al cibo nel mondo. Il Wfp mira ad eliminare la fame nel mondo, fornendo assistenza alimentare e di emergenza, al fine di salvare vite umane in situazioni di crisi umanitaria e implementando programmi di sviluppo a lungo termine per i paesi colpiti dagli impatti del cambiamento climatico. La scelta del Marocco giunge in un contesto internazionale particolare, segnato da un aumento delle crisi umanitarie, dal perseguimento di riforme strutturali dell’Agenzia e dalla mobilitazione di risorse finanziarie che consentano al Wfp di rispondere meglio ai bisogni umanitari nel mondo.

Nel mondo le persone che soffrono la fame sono più di 800 milioni, il 10 per cento della popolazione globale. Cambiamenti climatici, crisi economiche, conflitti armati, pandemia: la persistente crisi alimentare globale è riconducibile a una serie di cause e fattori che già presi singolarmente mettono a dura prova le popolazioni. L’emergenza alimentare che ne deriva rende ancora più precaria la vita di queste persone riducendola a una mera lotta per la sopravvivenza.

Attualmente, il 70 per cento circa delle persone in situazione di crisi alimentare vive in una regione teatro di un conflitto. Quando non è causa diretta della fame, la violenza resta un fattore che contribuisce ad aggravare una situazione già di per sé difficile. Il perdurare dei conflitti, unito agli altri fattori già menzionati, provoca una crisi duratura da cui è molto difficile uscire.

Aggiornato il 12 marzo 2024 alle ore 14:07