Il Def: tre obiettivi da centrare

Il prossimo 15 aprile, cioè fra poco più di un mese, il Governo presenterà in Parlamento il suo secondo Documento di economia e finanza. Lo scorso anno avemmo modo di ascoltare al I Festival Euromediterraneo di Napoli il ministro Raffaele Fitto il quale anticipò le rilevanti preoccupazioni legate all’avanzamento dei progetti inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), nel Piano nazionale complementare (Pnc) e nel Fondo di sviluppo e coesione e, soprattutto, fece presente che oltre alle difficoltà nell’avanzamento delle singole opere vi era anche una carenza nel quadro di comando dell’intero processo pianificatorio. In realtà Fitto ci anticipò che sarebbe stata sua intenzione perseguire, di intesa con gli Uffici competenti dell’Unione europea, i seguenti due distinti obiettivi:

1) Creare, finalmente, dopo praticamente due anni dall’avvio del Pnrr da parte dell’Unione europea, una governance unica.

2) Rileggere, in modo integrato ed organico, tutte le opere che direttamente o indirettamente trovavano una copertura parziale da parte dell’Unione europea sia nel Pnrr, sia nel Pnc ed anche nel Fondo di sviluppo e coesione.

3) Il ministro Fitto ed anche i partecipanti al Festival Euromediterraneo, sia nei vari interventi che nella serie di interviste rilasciate agli organi della stampa che seguivano i lavori del Festival, fecero presente che questi due obiettivi non solo non era facile raggiungerli ma, anche, che la stessa Unione europea non avrebbe sicuramente condiviso una rivisitazione di un impianto programmatico come quello del Fondo di sviluppo e coesione. Il Festival si svolse a Napoli il 18 marzo del 2023 e sia nei vari interventi come quelli del professor Patrizio Bianchi o del direttore Roberto Napoletano, emerse chiaramente una proposta, o meglio, un consiglio rivolto al Governo: questi due obiettivi forse sarebbe stato opportuno inserirli nel redigendo Documento di economia e finanza.

In realtà, nel Def furono accennate, in modo generico, queste due finalità tuttavia il Governo aveva sin dal suo insediamento condiviso la necessità e la urgenza di concreta attuazione di simili penso obbligate finalità. Questo, quindi, è un primo impegno che il nuovo Governo prese, ripeto, in occasione del Festival Euromediterraneo, ma a tale impegno se ne aggiunse un altro: quello relativo alla volontà di realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina e l’ex presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, diventato ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare e il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, presenti al Festival, apprezzarono la decisione e, giustamente, ritennero essenziale non solo la volontà dell’Esecutivo a realizzare l’opera ma dichiararono che da quel momento diventava fondamentale identificare l’adeguata copertura finanziaria dell’intervento. Il presidente della Regione Calabria Occhiuto, infatti, ricordò che tante volte, in tanti Governi passati, il ponte era stato un obiettivo, supportato anche da elaborati progettuali avanzatissimi ma mai aveva avuto una copertura finanziaria, mai aveva avuto una certezza sulle modalità attraverso cui sarebbe stato possibile realizzarlo davvero.

Ho voluto affrontare queste tre aree tematiche dibattute a Napoli il 18 marzo del 2023 perché a distanza di quasi dieci mesi ci consentono di fare un bilancio, o meglio, una comparazione tra quanto annunciato e quanto concretamente fatto e, al tempo stesso, possono essere un utile riferimento, una utile base, da utilizzare nel redigendo Def. I tre obiettivi annunciati – governance unica, rivisitazione del Pnrr, del Pnc, del Fondo di sviluppo e coesione e la realizzazione del Ponte sullo Stretto – hanno trovato piena attuazione quindi potremmo ritenere concluse, in quanto praticamente raggiunte. Le tre finalità invece nel prossimo Def, a mio avviso, dovranno essere oggetto di un monitoraggio ancora più delicato e più difficile di quello anticipato nel Def del 2023.

Comincio con la “governance unica”; senza dubbio va dato atto è stata definita e resa operativa, tuttavia, proprio nei prossimi due anni e mezzo che ci separano dalla scadenza del 30 giugno del 2026, deve essere attentamente seguita per evitare che riprendano ruolo e spazio decisionale organismi e strutture che nella Pubblica amministrazione spesso nascono di improvviso solo per bloccare l’avanzamento di una scelta, l’avanzamento di un intervento con la unica finalità di dimostrare e motivare la propria esistenza. Sulla riarticolazione del Pnrr, del Pnc e del Fondo di coesione e sviluppo, cioè sulla operazione che ha visto trasferire alcune opere dal Pnrr e dal Pnc nel Fondo di sviluppo e coesione in modo da aumentare almeno di due anni il vincolo temporale imposto dall’Unione europea sulle opere del Pnrr (infatti la scadenza delle opere inserite nel Fondo di sviluppo e coesione ha come scadenza il 2027 con una possibile proroga fino al 2029) occorre, a mio avviso, effettuare un controllo capillare sul reale avanzamento dei vari interventi; mentre sulle opere che non è stato possibile trasferire nel Fondo di sviluppo e coesione sarà necessario prevedere, addirittura nella redigenda Legge di assestamento del Bilancio dello Stato da varare entro il prossimo 30 giugno o al massimo nella prossima Legge di Stabilità, un apposito stanziamento. Credo che questa operazione il Governo riterrà opportuno esporla già nel Def.

Sul Ponte, invece, penso sia utile soffermarsi sulla considerazione detta prima dal presidente della Regione Calabria Occhiuto, cioè non avevamo mai avuto una certezza sulla copertura finanziaria della opera; l’unico atto concreto era stato un impegno delle Ferrovie dello Stato di garantire un canone annuo di 110 milioni di euro per 42 anni; un impegno dichiarato e mai sottoscritto. Oggi invece, per la prima volta nella storia della Repubblica, addirittura all’interno di una Legge di Stabilità troviamo una copertura pluriennale dell’opera e dei relativi interventi di compensazione. Un grande successo, un grande impegno da parte del Governo ma anche una grande responsabilità nel cercare di dare consistenza reale ad una idea progettuale davvero avanzata e definita nei minimi particolari e che non può essere ostacolata da comportamenti non collaborativi.

Sempre in questa fase, cioè alla vigilia del Def, sarà bene che l’Unione europea dia una copertura finanziaria adeguata dell’opera ricordando che il Ponte fa parte integrante delle reti Trans european network (Ten-T) ed è senza dubbio definito un “anello mancante” nel complesso sistema di reti ferroviarie e stradali, un anello mancante come il tunnel ferroviario Torino-Lione in cui l’Unione europea ha assicurato la copertura finanziaria del 40 per cento o il tunnel ferroviario del Brennero in cui l’Unione europea ha garantito il 50 per cento. Quindi i risultati raggiunti nella concreta attuazione di queste tre distinte aree tematiche sono, senza dubbio, apprezzabili ma, per le considerazioni avanzate in precedenza, i risultati da ottenere nei prossimi quattro mesi, cioè quelli antecedenti al Def, saranno ricchi di criticità e di emergenze da superare; criticità forse più consistenti di quelle vissute nell’intero primo anno di Governo e, in particolare, il vero rischio per l’attuale maggioranza non è la opposizione ma quello che definiamo “fuoco amico”.

(*) Tratto da Le Stanze di Ercole

Aggiornato il 05 marzo 2024 alle ore 12:03