La settimana di Confedilizia (Podcast)

n. 3 del 20 gennaio 2024

Un saluto cordiale e un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. La stampa si è innanzitutto soffermata sull’approvazione da parte della commissione Industria del Parlamento europeo dell’accordo raggiunto nel trilogo con il Consiglio sulla direttiva case green. Perché il testo entri in vigore manca ora solo l’ok finale dell’intera plenaria, presumibilmente durante la sessione di marzo. Nell’accordo finale i negoziatori hanno ammorbidito parte delle richieste iniziali della Commissione europea, per andare incontro alle richieste di Paesi come l’Italia, dove la proposta avrebbe avuto conseguenze devastanti per i proprietari di casa.

I media hanno pure riportato del nuovo vertice con le parti sociali convocato dal ministro Matteo Salvini presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il Piano Casa, che è finalizzato all’effettuazione di interventi strutturali e al riordino e alla semplificazione della normativa di settore. In merito, sono diverse le proposte al vaglio dell’Esecutivo, tutte orientate alla risoluzione dell’emergenza abitativa attraverso un nuovo programma da adottarsi entro il 2025.

In evidenza ancora sugli organi di informazione le problematiche relative al Superbonus, per il quale il decreto in vigore dal 30 dicembre, ma in attesa di conversione, ha ridefinito le condizioni per poterne usufruire ancora. Il provvedimento ha dato una risposta alle numerose richieste degli operatori di prevedere un “salvagente” per i cantieri che non sarebbero riusciti a chiudere entro la fine del 2023. Tuttavia, come accade spesso con le nuove normative, emergono alcune potenziali difficoltà applicative. Ed è pertanto necessario muoversi con prudenza, tenendo anche conto dei requisiti ora richiesti dal provvedimento. Confedilizia, che ha proposto alcuni correttivi al decreto, in una nota a firma del presidente Giorgio Spaziani Testa, ha chiesto a Governo e Parlamento “uno sforzo in più”, per limitare al massimo le conseguenze che comporta il passaggio dalla detrazione del 110 per cento a quella del 70 per cento, con enormi problemi economici per le famiglie e un gigantesco contenzioso alle porte.

Degna di essere menzionata è anche la notizia del rallentamento della corsa dei prezzi. Infatti, come rilevato dall’Istat, il 2023 si è chiuso infatti con un’inflazione media del 5,7 per cento, in calo sensibile rispetto alla media del 2022. Ai due estremi si sono collocati Milano, che è risultata la città più cara, e Potenza, che ha mostrato un incremento più contenuto. In diminuzione a dicembre, ed è la prima dopo due anni, anche i tassi medi sui mutui secondo l’Abi, che dovrebbe preludere a una discesa dei tassi di interesse nella seconda parte dell’anno.

In rilievo, infine, il dibattito sulla patrimoniale, che l’ex ministra Elsa Fornero ha proposto sugli immobili. In realtà, come denunciato da Confedilizia e da molti quotidiani, siffatta richiesta non considera che la patrimoniale sugli immobili esiste già. Si chiama Imu, vale 22 miliardi di euro l’anno e l’ha introdotta proprio il Governo Monti, sfilando in 12 anni ben 270 miliardi di euro dalle tasche dei proprietari. Non c’è niente da “non mettere”, quindi. L’impegno da assumere, semmai, dovrebbe essere quello di ridurla: si tratta di una tassazione progressivamente espropriativa di una forma di risparmio che, al contrario, deve essere protetta e tutelata.

La conclusione podcast è affidata al commento di Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria: “L’iniziativa dell’ex ministro del Governo Monti si muove in un’ottica di giustizia sociale, ossia di un’ideologia che assegna allo Stato un ruolo centrale nel redistribuire la ricchezza. Se in astratto a molte persone essa può sembrare giusta, vi è da considerare che la giustizia sociale ha causato i danni maggiori proprio a coloro che intendeva aiutare e ha finito per ostacolare il progresso della società nel suo complesso. A tale proposito, e solo per quanto riguarda il settore immobiliare, si possono citare tra gli altri, il regime vincolistico delle locazioni, la tassazione patrimoniale sugli immobili, i guasti dell’edilizia residenziale pubblica. La vera giustizia resta, pertanto, quella di non interferire con processi di mercato, di esaltare il ruolo della proprietà privata e, soprattutto, di promuovere la cooperazione sociale volontaria. Questa rappresenta un gioco a somma positiva e avvantaggia cioè tutti i partecipanti allo scambio”.

(*) Il podcast è a cura di Sandro Scoppa, conduce Sara Tagliente

Aggiornato il 23 gennaio 2024 alle ore 19:14