Istat, scende la disoccupazione: a maggio è al 9,9 per cento

La disoccupazione a maggio è scesa. Per l’Istat il tasso si è attestato al 9,9 per cento, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile. È il valore più basso dal febbraio del 2012. La stima degli occupati risulta in crescita rispetto al mese precedente di 67mila unità (+0,3 per cento) e il tasso di occupazione sale al 59,0 per cento, il valore più alto da quando sono disponibili le serie storiche, ovvero dal 1977. Scende anche la disoccupazione giovanile.

Il numero degli occupati ha raggiunto complessivamente quota 23 milioni e 387mila unità. Il tasso di disoccupazione tra i giovani è sceso al 30,5 per cento a maggio, in flessione di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente e dell’1,7 per cento rispetto a maggio 2018.

Dopo “la sostanziale stabilità” registrata ad aprile, la stima degli occupati è tornata a crescere soprattutto tra gli uomini (+66mila) e tra gli ultracinquantenni (+88mila). L’Istat segna un rialzo degli occupati anche su base annua (+92mila unità), soprattutto tra gli over 50 (+300mila).

“Le notizie che leggiamo questa mattina – scrive Luigi Di Maio su Facebook – ci dicono che quella di oggi è davvero una bella giornata. Dopo esser stato attaccato per mesi dai partiti d’opposizione (e dai loro media di riferimento) che me ne hanno dette di tutti i colori, ridicolizzando il decreto dignità (dicevano che non sarebbe servito a nulla!), ancora una volta sono felice di smentire questi chiacchieroni con i fatti”.

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico aggiunge: “Sapete cosa dicono i dati Istat di questa mattina? Che la disoccupazione è in calo, parliamo del dato più basso dal 2012, mentre aumentano gli occupati, il dato massimo dal 1977”.

Il premier Giuseppe Conte twittato: “Disoccupazione ai minimi dal 2012, occupazione al top da oltre 40 anni: dall’Istat oggi arrivano dati molto incoraggianti che ci danno fiducia. Sappiamo che c’è ancora tanto da fare, soprattutto al Sud. Con il ministro Luigi Di Maio, ad esempio, siamo impegnati per il potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro. Siamo sulla strada giusta”.

Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce azzurro dei gruppi Camera e Senato, a L’Aria che Tira su La7, ha detto che “la situazione economica del Paese è più complessa di quella che appare leggendo solo un dato positivo estemporaneo. Mi preoccupano i numeri dei tavoli di crisi aperti al Mise e mai gestiti, che crescono da gennaio ad oggi a 158, che vuol dire 214 mila lavoratori a rischio. Mi preoccupa il dato in costante aumento della cassa integrazione, strumento oggettivamente abusato, che sale a +26,5 per cento nel primo quadrimestre. Rimprovero una crescita stantia, a tratti dopata, e la mancanza di visione con un ministro del Lavoro, oltre che dello Sviluppo Economico, che vive nella sua totale incapacità e inconcludenza politica. Lasciando perdere cosa sono riusciti a fare con Atlantia, società quotata in borsa, a mercati aperti”.

Il renziano Luigi Marattin, capogruppo del Pd in commissione Bilancio della Camera, a fronte dei dati Istat rivendica la bontà dei governi guidati dal Pd. “Quando uscivano i dati positivi sul lavoro nella scorsa legislatura – twitta – M5s e Lega dicevano che erano falsi. Oggi che dopo un anno di governo Conte si vede il segno più sugli occupati (meno della metà di quanto fece il Pd il primo anno) noi diciamo “è una buona notizia per il Paese”.

 

 

Aggiornato il 01 luglio 2019 alle ore 17:27