Coscienza e materia

Cosa è la coscienza? Come funziona la coscienza umana? Hanno la coscienza gli animali, i moscerini, i topi, i batteri? Quale è la relazione tra la coscienza e la materia? È stato decifrato come funzionano i neuroni e il cervello a livello fisico, ma la coscienza? Come spiegare il rapporto della coscienza con la materia? In California è stata proposta – da Jonathan Schooler e Tam Hunt nel 2018 – la “teoria della risonanza della coscienza”. Tale teoria – della risonanza o delle vibrazioni sincronizzate – si colloca al centro non solo della coscienza umana ma anche della coscienza degli animali e della intera realtà fisica in generale. Tutte le cose nel nostro universo sono costantemente in movimento, vibranti. Anche gli oggetti che sembrano fermi vibrano, oscillano, risuonano a varie frequenze. La risonanza è un tipo di movimento, caratterizzato dall’oscillazione tra due stati. In definitiva tutta la materia si sostanzierebbe solo di vibrazioni di vari campi. Ad ogni scala, tutta intera la natura vibra. L’interessante accade quando diverse cose vibranti si uniscono: spesso iniziano, dopo un po’, a vibrare insieme alla stessa frequenza. In pratica si “sincronizzano” tra loro, apparentemente in modo misterioso. È il fenomeno descritto dell’auto-organizzazione spontanea. Il matematico Steven Strogatz ne ha fornito vari esempi di fisica, biologia, chimica e neuroscienza. La “sincronizzazione” – la risonanza sincronizzata – è descritta nel suo libro del 2003 Sync: How Order Emerges from Chaos in the Universe, Nature, and Daily Life. Tra i vari esempi riporta quello delle lucciole che si riuniscono in folti raduni, ed iniziano a lampeggiare in sincronia, in modo stupefacente. O i laser, i cui fotoni della stessa potenza e frequenza si sincronizzano tra loro. Sono molti i neuroscienziati che hanno individuato la sincronizzazione nelle loro ricerche. L’attivazione neuronale su larga scala si verifica nel cervello umano a frequenze misurabili. La coscienza dei mammiferi si ritiene comunemente sia associata a vari tipi di sincronizzazione neuronale. Il neurofisiologo tedesco Pascal Fries ha esplorato i modi in cui vari schemi elettrici si sincronizzano nel cervello umano per produrre diversi tipi di “coscienza”. Fries si è concentrato sulle onde gamma, beta e theta. La differenza tra queste si riferisce alla velocità delle oscillazioni elettriche nel cervello, misurate da elettrodi posizionati all’esterno del cranio. La velocità e la tensione dei segnali che producono onde elettromagnetiche possono essere misurate in base a cicli – hertz – al secondo.

Le onde gamma sono associate ad attività coordinate su larga scala quali la percezione, la meditazione o la coscienza focalizzata; quelle beta, con la massima attività cerebrale o l’eccitazione; le theta, con il relax o i sogni ad occhi aperti. Tali tipi di onde lavorano insieme per produrre vari tipi di coscienza umana, secondo Fries. Tuttora non si conosce ed è molto dibattuto il rapporto tra le onde cerebrali elettriche e la coscienza. Fries ha chiamato la sua teoria “comunicazione attraverso la coerenza”. Si tratterebbe solo di sincronizzazione neuronale. La sincronizzazione, in termini di velocità di oscillazione elettrica coerente, consente cioè una comunicazione regolare tra neuroni e gruppi di neuroni. Senza questo tipo di coerenza sincronizzata, gli input arrivano a fasi casuali del ciclo di eccitabilità dei neuroni e sono inefficaci nella comunicazione. La teoria della risonanza della coscienza si basa sul lavoro di Fries e di molti altri, e tende a spiegare non solo la coscienza umana e dei mammiferi, ma anche la coscienza in sé. Dagli elettroni agli atomi alle molecole, dai batteri ai topi, ai pipistrelli, ai ratti e così via, tutta la materia ha una qualche coscienza associata. La coscienza cioè non sarebbe emersa ad un certo punto durante l’evoluzione ma è sempre stata associata alla materia e viceversa, quali due facce della medesima medaglia. Un elettrone o un atomo godono solo di una piccola quantità di coscienza. Mano a mano che la materia diventa interconnessa e sincronizzata, sintonizzata nelle numerosissime frequenze, la nostra coscienza diventa un fatto corale, un tutto sincronizzato. La risonanza coerente in un cervello umano che raggiunga la sincronia gamma ad esempio, include un numero molto maggiore di neuroni e connessioni neuronali rispetto al solo caso dei ritmi beta o theta.

È stato Nikola Tesla che, facendo esperimenti, ha intercettato le onde di frequenze estremamente basse – Elf (extremely low frequency) – di energia elettromagnetica, che venivano naturalmente trasmesse tra la superficie della terra e la ionosfera, ottanta chilometri sopra il nostro pianeta. Tesla scoprì che tali onde Elf vibravano a 8 cicli al secondo – 8 Hertz – regolarmente tra la terra e la ionosfera. La terra a sua volta riceve e trasmette una frequenza energetica misurabile che avvolge ogni forma di vita sul pianeta. Si è così scoperto che il cervello umano, in uno stato di profonda meditazione, abbassa le sue oscillazioni di onde cerebrali fino ad armonizzarsi con la frequenza di risonanza della terra. In pratica ci sintonizziamo in un tutt’uno – energetico – con il cosmo, adattando la frequenza delle nostre onde cerebrali. In passato gli sciamani canalizzavano e trasmettevano energie universali e sottili per aiutare la guarigione di se stessi e degli altri. La tradizione sciamanica è stata empiricamente studiata usando i test scientifici di elettroencefalografia – Eeg – ed i risultati hanno mostrato che lo schema dell’onda cerebrale dei soggetti si abbassa a livello theta. Si entra in questo stato quando la maggioranza delle onde cerebrali trasmesse comincia ad oscillare ad una frequenza di 4-8 cicli al secondo (4-8 Hertz). Lo stesso avviene nella meditazione profonda. Tutti noi riceviamo e trasmettiamo continuamente energia ed informazioni attraverso questo campo energetico universale e sottile. Viviamo tuttavia quasi tutto il nostro tempo in uno stato di onde cerebrali di maggiore frequenza, quelle beta – tra i 15 ed i 30 hertz – associate in generale ad uno stato di allerta, di logica, di ragione critica e di forte stress che inibisce il flusso attraverso il nostro corpo.

Ma come si creano dentro di noi i campi elettromagnetici, cioè tutta questa energia con le oscillazioni e le onde, le frequenze e le vibrazioni? Nel 1957 il biologo premio Nobel della medicina l’ungherese naturalizzato americano Albert Szent Gyorgyi, nel suo importante libro Bioenergetics, scrisse che gli scienziati sino a quel punto avevano considerato tutti i campi della materia vivente tranne l’acqua e i campi elettromagnetici. Per la fisica classica, che seguiva le leggi della termodinamica, per produrre un campo elettromagnetico c’è bisogno di una spina e di una presa. Ci si chiedeva dove, in un essere vivente, fosse la spina? Dove la presa? E, poi, perché questi campi elettromagnetici non si diffondono nell’ambiente? Come si producono cioè questi campi elettromagnetici? Si è scoperto che le cellule del corpo umano agiscono come magneti, hanno cioè un potenziale elettrico, una carica positiva all’interno e una carica negativa all’esterno della membrana cellulare: tra loro c’è una differenza di tensione tra i 70 e 90 millivolt – fino a 120mV nel caso delle cellule del cuore – (a 30 millivolt muoiono). Questo potenziale garantisce il normale nostro metabolismo che è proporzionale agli scambi ionici che intervengono dentro la membrana cellulare. I fisici italiani Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice, sul finire degli anni Ottanta, hanno studiato i comportamenti elettromagnetici dell’acqua e hanno proposto una serie di nuove teorie sulle soluzioni coerenti della elettrodinamica quantistica in presenza di sistemi acquosi. Scientificamente un sistema si dice “coerente” quando è caratterizzato da una forte coesione fra le parti che lo compongono, è cioè fortemente unito.

Quando l’acqua si trova in uno stato naturale di equilibrio, i suoi dipoli elettrici sono in un regime di incoerenza: sono, cioè, disposti in modo disordinato con legami di tipo elettrostatico. Quando però l’acqua risulta immersa in un campo elettromagnetico, i dipoli si orientano fra loro passando a quello che viene definito come un regime di coerenza: i dipoli dell’acqua oscillano cioè tutti in fase. Si tratta di quella che è stata definita la elettrodinamica quantistica coerente. L’acqua dentro il nostro corpo rappresenta circa il settanta per cento della massa totale. Se si considera il numero delle molecole (le concentrazioni molecolari), l’acqua è il novantanove per cento di tutte le molecole. Su cento molecole dell’organismo vivente, novantanove sono cioè d’acqua. Le altre, le proteine, gli acidi nucleici, ormoni, vitamine, grassi eccetera, sono l’uno per cento. Secondo la teoria di Preparata e Del Giudice l’acqua nel nostro organismo non solo non è affatto un mero solvente ma è un conduttore ed allo stesso tempo creatore a sua volta di campi elettromagnetici – dall’esterno e all’interno – alle cui frequenze si assemblano le cellule – che si attraggono anche a grande distanza magneticamente – aventi la specifica frequenza. L’acqua è cioè, nell’organismo umano, una combinazione sia di una frazione “coerente” che di una “non coerente”. A seconda del livello di coerenza o meno dell’acqua di una particolare zona del corpo, tutti i processi chimici, elettrochimici e metabolici cambiano la loro dinamica, con conseguenti ripercussioni sull’intero organismo. E quando il livello di coerenza cala, vi è un rallentamento dei processi metabolici e la conseguente possibilità che si sviluppino delle patologie.

Per capire la coscienza bisogna quindi concentrarsi sul principio che rende arriva la materia, cioè sulla unione della coscienza e la materia – materia e psiche –. Seguendo questa via, si troverà anche l’azione terapeutica contro le degenerazioni e le malattie, di carattere psichico. Le oscillazioni coerenti dell’acqua corrispondono infatti con grande verosimiglianza alle nostre emozioni, se si riesce a governare questo insieme in modo da produrre le oscillazioni – emozioni umane – che danno luogo alle attrazioni molecolari corrette, si potrà guarire le malattie non con i farmaci ma con quello che oggi chiamiamo “miracoli”, cioè con fenomeni emotivi che danno luogo alla apparizione delle oscillazioni esatte, le cui reazioni chimiche cioè non scadono nella patologia o malattia, ma sono sane, corrette. 

Aggiornato il 19 giugno 2020 alle ore 12:37