La petizione controcorrente sul clima diventa internazionale

Ripubblichiamo laPetizione sul Riscaldamento Globale Antropico promossa da otto accademici italiani - i proff. Umberto Crescenti, geologo, ex Rettore dell’università di Chieti-Pescara, Enrico Miccadei e Mario Giaccio, geologo e ex-preside della facoltà di economia alla stessa università, Alberto Prestininzi, geologo alla Sapienza di Roma, i geofisici Franco Prodi e Giuliano Panza, ques’ultimo accademico dei Lincei e dell’Accademia Nazionale delle Scienze, Nicola Scafetta, professore di climatologia all’università di Napoli e Franco Battaglia, professore di chimica-fisica e già docente di chimica dell’ambiente all’università di Modena – ed inviata ai Presidenti della Repubblica, del Consiglio, della Camera dei Deputati e del Senato. La Petizione è stata poi tradotta poi in inglese, si è evoluta in una “European Declaration: There is no Climate Emergency”, ed ha raccolto la firma di oltre 500 accademici nel mondo. Verrà presentata a Oslo in apposita conferenza il 18 ottobre e, in contemporanea, in Italia presso il Senato.

Nella Petizione gli scienziati avvertono i responsabili politici che l’attuale riscaldamento globale non è causato dalle emissioni umane di CO2. Ricordano gli accademici che una congettura diventa affermazione scientifica non perché v’è una maggioranza che la sostiene ma perché è validata dai fatti e da questi non contraddetta. E i modelli matematici sui quali è fondata la congettura del riscaldamento globale antropico, dicono i professori, si sono rivelati errati alla prova sperimentale: il riscaldamento del pianeta negli ultimi vent’anni è stato fino a cinque o sei volte inferiore a quanto previsto dai modelli. Allora, concludono, la congettura del riscaldamento globale antropico è falsa e non v’è alcuna emergenza climatica. Infine, posto che oltre l’85% del fabbisogno energetico è soddisfatto dai combustibili fossili, ogni programma di loro riduzione può essere disastroso per l’umanità.

La Petizione è stata sottoscritta da circa 200 studiosi italiani, la maggior parte geologi, geofisici e fisici. Notabili tra essi le prime firme del prof. Renato Ricci, già Presidente della Società Italiana di Fisica e della Società Europea di Fisica, e del prof. Antonino Zichichi.  Quest’ultimo, in un’analisi apparsa su “il Giornale”, ha specificato una differenza fondamentale: ″È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’altra cosa”. E prosegue: “Il riscaldamento globale dipende dal motore metereologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende invece da fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico”. 

Il prof. Zichichi parla anche dell’attivista svedese Greta Thunberg, riconoscendole il merito di esser riuscita a calamitare l’attenzione sul tema, ma sottolineando l’importanza della Scienza per comprendere il fenomeno: “Greta ha parlato di clima per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. E c’è riuscita. Ma se non c’è la Logica, e quindi la Matematica e poi la Scienza, cioè la prova sperimentale, il clima rimane quello che è: una cosa di cui si parla tanto, senza usare il rigore logico di un modello matematico e senza essere riusciti a ottenere la prova sperimentale che ne stabilisce il legame con la realtà”.

E conclude: “Per risolvere i problemi climatologici è necessario studiare la Matematica delle equazioni differenziali non lineari e gli esperimenti da fare affinché questa Matematica corrisponda alla realtà. Altrimenti si parla di clima senza affrontare i problemi legati al clima”. 

Aggiornato il 30 settembre 2019 alle ore 14:51