Gli strani divieti di madama Virginia

Eppure mi sembrava che l’Urbe, la città di Roma sotto la guida Raggi, avesse ben altri problemi ai quali pensare che non il recente divieto di sedersi sulla scalinata di Trinità dei Monti. Provvedimento che appare francamente ridicolo, inserito nel nuovo regolamento di polizia urbana voluto il mese scorso dal Campidoglio.

Un simile divieto ha senso su un luogo sacro, o su un sacrario della Nazione come l’Altare della Patria, ma non sulla splendida scalinata di Trinità dei Monti, sui cui gradini si sono sedute generazioni di turisti, di visitatori e di giovani innamorati sin dai tempi del Grand Tour. Fermarsi e sedersi per poter ammirare, godere dunque delle bellezze che lo circondano deve restare un privilegio del visitatore, che appunto, si siede a rimirarle in pace. Ricordo al Sindaco Raggi, ma certo lei lo sa benissimo, le vedute dei dipinti del Settecento e dell’Ottocento che mostrano i viaggiatori stranieri seduti tra le rovine classiche, tra le vestigia di un’età aurea che ci ha dato poesia e bellezza.

La direttiva comunale di Madama Virginia ha così mobilitato in servizio permanente ed effettivo ben otto “pizzardoni”, come un tempo non lontano a Roma si chiamavano i vigili urbani, e che immodestamente riteniamo, sarebbero potuti essere utilizzati altrove con altro incarico, quale ad esempio, impedire che persone incivili si spoglino in pubblico e usino le fontanelle chiamate comunemente “nasoni” per le proprie abluzioni corporali compreso il bidet.

Finiti dunque i tempi romantici in cui ci si poteva sedere a guardare la luce purpurea del tramonto che indora i palazzi che si affacciano su Piazza di Spagna, bevendo un calice di vino dei Castelli e aspettando di vedere comparire vicino alla Barcaccia, andati via i turisti giapponesi e americani, gli spettri inquieti di Percy B. Shelley e John Keats, seguiti non lontano dal fantasma di Lord Byron armato di pistola. Adesso neanche loro, spiriti errabondi e alteri, potranno più trovare pace sedendo di notte sulla scalinata, senza correre il rischio che il loro vagare venga interrotto dal fischio stridulo d’un vigile e vedersi presentare una multa da duecentocinquanta euro e così non ci sarà più rispetto neanche per i fantasmi romani. Stiano dunque attenti Targhini e Montanari, a non sedersi sulle scale che dal Muro Torto portano a Villa Borghese e pure Beatrice Cenci a non sostare vicino a Castel Sant’Angelo. Alla Pimpaccia e alla sua carrozza infernale penseranno invece gli ausiliari del traffico.

Aggiornato il 07 agosto 2019 alle ore 13:53