Senatori Usa contro WhatsApp: la crittografia aiuta i criminali

Stop alla crittografia “a prova di mandato” delle chat come WhatsApp, che non consente alle autorità di accedere ai messaggi e così facendo fornisce uno scudo ai criminali. A chiederlo sono tre senatori repubblicani Usa in una proposta di legge. L’iniziativa vede il parere contrario di Facebook, proprietaria di WhatsApp, secondo cui farlo “non ci renderebbe più sicuri, ma meno sicuri”. La proposta di legge si chiama “Accesso legale ai dati crittografati” e mette nel mirino la crittografia “end-to-end”, cioè da estremità a estremità, che consente l’accesso ai contenuti scambiati soltanto al mittente e al destinatario. A impiegarla sono app come WhatsApp, Signal e, in parte, Messenger, Telegram e Messaggi di Apple.

“I terroristi e i criminali usano abitualmente la tecnologia, smartphone e app per coordinare e comunicare le loro attività. Nella storia recente, abbiamo subito numerosi casi di terrorismo e attività criminali in cui non è stato possibile accedere alle informazioni vitali, anche dopo che è stato emesso un ordine del tribunale”, ha evidenziato Lindsey Graham, presidente della commissione Giustizia del Senato. “Sfortunatamente le società tecnologiche si sono rifiutate di onorare questi ordini del tribunale e aiutare le forze dell’ordine nelle loro indagini”, ha aggiunto. Il riferimento sottinteso è innanzitutto ad Apple, cui più volte è stato chiesto di rendere accessibili i contenuti degli iPhone di criminali.

“La crittografia end-to-end è una necessità nella vita moderna: protegge miliardi di messaggi inviati ogni giorno”, ha affermato Facebook in una nota. “Fare marcia indietro su questa protezione vitale ci renderà tutti meno sicuri. Ci impegniamo a continuare a lavorare con le forze dell’ordine e a combattere gli abusi”, ma “preservando la capacità di tutti gli americani di comunicare in modo privato e sicuro”.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 10:43