
Jannik Sinner ha patteggiato con la Wada. La notizia è stata ormai sviscerata da tutti i principali quotidiani. Il tennista numero uno del ranking Atp ha trovato un’accordo con la World anti doping agency, per via del “caso clostebol” che ormai da quasi un anno attanaglia la vita dell’atleta. L’udienza del ricorso al Tas era prevista per il 16-17 aprile, con la Wada che chiedeva per l’altoatesino fino a due anni di squalifica per essere risultato positivo al metabolita del clostebol durante lo scorso torneo di Indian Wells. Preso atto della dinamica dell’incidente e delle responsabilità reali di Sinner, l’atleta e l’Organizzazione mondiale sono scesi a patti concludendo con una ben più lieve squalifica di tre mesi. Insomma, Jannik potrà tornare in campo agli Internazionali d’Italia. La Wada ha confermato “di aver concluso un accordo per la risoluzione del caso del tennista italiano, che ha accettato un periodo di tre mesi di inammissibilità per una violazione della regola del doping che lo ha portato a un test positivo per il clostebol, una sostanza vietata, nel marzo 2024”. Inoltre, la Wada ha riconosciuto che Sinner “non aveva intenzione di imbrogliare e che la sua esposizione al clostebol non ha fornito alcun vantaggio per migliorare le prestazioni”. La squalifica cadrà ufficialmente il prossimo 4 maggio, ma il numero uno potrà allenarsi dal 13 aprile.
Comunque sia, la posizione in classifica di Jannik non verrà scalfita dalla sua lontananza dal circuito maggiore. Infatti, numeri alla mano, Sinner potrà godere del primo posto matematico fino all’inizio della stagione su terra battuta. Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid saranno i Masters 1000 che si dovranno giocare senza l’apporto della racchetta più in forma del momento. “Questo caso pendeva su di me ormai da quasi un anno e il processo ancora aveva un tempo lungo con una decisione che forse sarebbe arrivata solo alla fine dell’anno”, ha detto Sinner commentando l’accordo con la Wada. “Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e ritengo che le rigide regole della Wada siano una protezione importante per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l’offerta della Wada di risolvere il presente procedimento sulla base di una sanzione di tre mesi”, ha chiosato l’altoatesino.
La sensazione è che l’organizzazione abbia puntato su una strategia del terrore con il “pesce grosso” per far vedere al mondo che esiste. Puntare a una pena affatto commisurata al reato per scucire dal giovane tennista una risposta, un patteggiamento che possa servire da lezione. Colpirne uno per colpire tutti. Ma l’operato della Wada risulta sconclusionato, per non dire contraddittorio. Innanzitutto, l’Agenzia ha mostrato a tutti i tennisti che sì fa la voce grossa, ma è anche disposta a trattare. E poi, perché accanirsi così tanto – il processo sarebbe durato fino agli sgoccioli del 2025, se Sinner non avesse accettato di negoziare – per un doping involontario quando, per stessa ammissione della Wada, questa parte di regolamento andrà a farsi benedire a partire dal 2027?
Un’organo internazionale nato per evitare ambiguità che ne crea di nuove. Insomma, nulla di nuovo.
Aggiornato il 17 febbraio 2025 alle ore 16:43