I francesi alla corte D’Aversa

Chi cerca trova. E Pantaleo Corvino, quando si tratta di scovare talenti, ricorda un giovane Zio Paperone alla ricerca di pepite d’oro nel Klondike. Ma il setaccio del dirigente sportivo del Lecce non agisce sul fondo dei torrenti americani, bensì oltralpe, in Francia. “A me Corvino ha preso dopo una stagione in B in Francia, quindi è stato bravo lui a trovarmi”, ha spiegato Valentin Gendreyterzino dei salentini – dopo il suo primo gol in Serie A aggiungendo che, a quanto pare, “i francesi al Lecce fanno bene”. I giallorossi della Puglia sono stati la squadra rivelazione della scorsa stagione – a pari merito con il Monza – arrivati da vincitori della Serie B con mister Marco Baroni e avendo terminato il campionato al 16° posto, raggiungendo la salvezza con una giornata di anticipo.

Confermati in Serie A anche per il biennio 2023-2024, il compito di rimanerci è stato affidato a Roberto D’Aversa, che può contare su una rosa giovane e talentuosa, seppur colpita da alcune defezioni importanti (come Samuel Umtiti e il capitano Morten Hjulmand). Ad oggi, i salentini sono 13esimi in classifica, reduci da una vittoria in rimonta sulla Fiorentina di Vincenzo Italiano per 3-2, con un gol al 92° minuto del danese Patrick Dorgu. Ma guardando attentamente la formazione titolare del Lecce, si può notare un filo rosso che unisce tutti i suoi giocatori chiave, ovvero: la nazionalità. Oltre al già citato Gendrey, uno dei difensori rivelazione del campionato, i centrocampisti Alexis Blin, Remi Oudin, Mohamed Kaba e Hamza Rafia (cresciuto nell’ équipe, ma poi ha scelto di rappresentare la Nazionale dei suoi genitori, la Tunisia) sono tutti francesi, e in diversi momenti hanno vestito la maglia delle giovanili dei bleus.

Nel 4-2-3-1 ideale di mister D’Aversa, i due mediani inamovibili sono Blin e Kaba, aiutati sulla fascia destra dalle scorribande di Gendrey (sulla sinistra c’è l’azzurro Antonino Gallo) e sulla trequarti – dietro al bomber Nikola Krstović – Oudin, rinominato dai tifosi giallorossi Oudini per le sue doti calcistiche. Dopotutto Corvino – che nei suoi anni alla Fiorentina aveva portato in viola Luca Toni, Alberto Gilardino, Felipe Melo e le giovani promesse (ahimè non mantenute) Stevan Jovetić e Adem Ljajić – non è di certo l’ultimo arrivato. Sempre con la viola, tra il 2005 e il 2012, aveva conquistato una semifinale di Coppa Uefa, tre quarti posti in Serie A, una semifinale di Coppa Italia e gli Ottavi di Champions League. Al momento sembrerebbe virtualmente impossibile ripetere con il Lecce gli stessi risultati, ma nel calcio nulla è da escludere.

Fino ad oggi, quello di Corvino nel Salento è stato un ritorno – dal 1998 fino al 2005 è stato già direttore sportivo dei giallorossi – più che fortunato, e chissà se questa nomea di talent scout possa riservargli ancora qualche gioia. La stagione è ancora lunga.

Aggiornato il 05 febbraio 2024 alle ore 17:21