Torna la Coppa Italia

Ci siamo lasciati così. Con Simone Inzaghi che si fa una bella foto ricordo con la Coppa Italia dell’edizione 2022-2023 – dopo aver battuto per 2-1 la Fiorentina grazie a una doppietta di Lautaro Martinez – insieme al presidente dell’Inter Steven Zhang. L’imbarazzo delle fotocamere, il non sapere quale obbiettivo guardare e lo sguardo altrove di uno che sta, giustamente, pensando a una partita assai più importante (la finale di Champions League). E oggi, la competizione più bistrattata dello Stivale, entra nella sua fase più calda, con gli Ottavi che vengono inaugurati da Walter Mazzarri ed Eusebio Di Francesco. A fare gli onori di casa, alle 21, è il Napoli, che ospiterà il Frosinone per la prima partita secca della stagione. Un match da dentro o fuori che può sorridere agli Azzurri, nettamente favoriti e dalla differenza di qualità fra le due rose e dal fattore stadio. Ma quando la qualificazione si gioca sui 90 minuti (più recupero, s’intende), non ci sono favoriti assoluti. E i giallazzurri di mister Difra sono una squadra costruita ad hoc per mettere in difficoltà le big.

Il grande problema della Coppa Italia però, è sotto gli occhi di tutti: non è una “competizione attraente”, come ha ammesso l’allenatore del Bologna Thiago Motta alla vigilia della sfida contro l’Inter. A parte le accuse di antidemocraticità – visto che al trofeo nazionale partecipano poche squadre (le partecipanti della Serie A e della Serie B) rispetto al totale, e che le compagini della massima serie entrano nel torneo in una fase troppo avanzata – anche lo share della Coppa Italia deve far ragionare gli organizzatori. L’anno scorso, infatti, gli spettatori tivù sono stati al minimo storico dalla stagione 2015-2016. Forse, una soluzione al problema sarebbe impostare il trofeo nazionale sullo stampo della FA Cup inglese o della Dfb Pokal tedesca. “Il cambio della Coppa deve partire da dentro, dalle persone che possono, non io. Loro se vogliono cambieranno, io penso a schierare la mia squadra al meglio”, ha concluso Motta in conferenza stampa. Per ora, di rivoluzioni all’orizzonte, non se ne vedono.

Aggiornato il 19 dicembre 2023 alle ore 18:11