Ritratti. Baggio e il rigore di Pasadena

Ci sono cose che non passeranno mai. Come il penalty calciato alle stelle da Roberto Baggio ai Mondiali di calcio statunitensi del 1994 nella finale tra Italia e Brasile. Il diretto interessato, nel corso del Festival dello Sport, a Trento, confessa: “Lo sport mi ha insegnato a non mollare mai e che le sconfitte possono diventare un trampolino per realizzarsi nella vita. Cosa non rifarei? Non tirerei alto il rigore di Pasadena, dove non sono mai più tornato”.

Queste le parole del Divin Codino riportate dalla Gazzetta dello Sport. L’ex Pallone d’Oro, tra le altre cose, racconta: “Ho sempre giocato con passione infinita, quella che ti porta ad andare oltre i limiti. Ma è solo attraverso l’allenamento che ho realizzato quel che ho fatto nella mia vita. Io un fuoriclasse? Non ho mai avuto la percezione di fare cose che altri non sapessero fare. Ho sempre cercato di divertire la gente, quello sì”.

Ed è forse per questo – come dice la canzone – che da quando Baggio non gioca più, non è più domenica. Così, solo sentirlo parlare fa scendere la lacrimuccia: “Tutto è frutto di quanto ti sei allenato, a furia di ripeterle certe cose diventano naturali. Nessuno si sveglia la mattina e fa qualcosa di straordinario. Dietro c’è sempre lavoro, fatica e perseveranza, nulla succede per caso. Dai musicisti ai pittori, fino all’ultimo degli artisti, è così. Chi racconta altro, racconta bugie. Se non c’è la voglia di mettersi in gioco, non si va da nessuna parte”.

(*) Foto Facebook Roberto Baggio

Aggiornato il 13 ottobre 2023 alle ore 19:40