
L’installazione di impianti fotovoltaici rappresenta una scelta vantaggiosa sempre più considerata da tantissime aziende per garantire ecosostenibilità e risparmio energetico. Questa transizione implica molto spesso la necessità di rimuovere e smaltire materiali pericolosi presenti nelle strutture esistenti: uno dei più comuni e pericolosi e senz’altro l’amianto, ma capita di imbattersi anche in vernici a base di piombo, batterie esauste o vecchi componenti elettronici.
I materiali pericolosi possono rappresentare un rischio per la salute dei lavoratori e per l’ambiente. La loro gestione deve pertanto avvenire in totale sicurezza, per evitare sanzioni e proteggere le persone e il territorio. L’aderenza alle normative garantisce inoltre la possibilità di accedere a specifici incentivi economici per la bonifica e il rinnovamento delle strutture. Alla luce di questi motivi, è necessario che il passaggio alle energie rinnovabili avvenga con il supporto di professionisti specializzati.
Rimozione e smaltimento amianto: come fare
La presenza di amianto negli edifici è un problema diffuso, soprattutto nelle coperture in eternit, utilizzate ampiamente in passato. Le operazioni di rimozione e smaltimento amianto devono avvenire secondo procedure precise, stabilite dalla normativa italiana, con riferimento specifico alla Legge 257/92 e successive modifiche.
Il primo passo è la valutazione del rischio. Se l’amianto è friabile o danneggiato infatti la possibilità di dispersione delle fibre è elevata e la rimozione diventa obbligatoria: in alternativa è possibile eseguire le pratiche di incapsulamento o confinamento. L’intervento deve essere eseguito esclusivamente da ditte specializzate, iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, che seguiranno le procedure più adatte al caso specifico.
Successivamente alla bonifica, il materiale viene trasportato in discariche autorizzate, con l’emissione di un formulario di identificazione dei rifiuti (FIR) a certificarne il corretto smaltimento.
Nel caso specifico degli impianti fotovoltaici, la legge ne vieta l’installazione su coperture con amianto, per cui la bonifica diventa un passaggio obbligato. Per facilitare la transizione energetica, sono stati messi a disposizione incentivi e agevolazioni per la rimozione dell’amianto e la successiva installazione di impianti fotovoltaici, come ad esempio il “Bonus Rimozione Amianto”.
Altri materiali da rimuovere in sicurezza
Oltre all’amianto, diversi altri materiali pericolosi possono essere presenti negli edifici che ospiteranno i nuovi impianti fotovoltaici. Le vernici al piombo, ad esempio, sono state largamente utilizzate fino agli anni ‘70 e possono rappresentare un rischio di intossicazione se polverizzate o deteriorate. Anche le batterie esauste e i componenti elettronici dismessi devono essere trattati con attenzione, dal momento che contengono sostanze tossiche come piombo, cadmio e mercurio. Un loro errato smaltimento potrebbe contaminare il suolo e le falde acquifere, danneggiando l’ambiente e mettendo a rischio la salute delle persone.
Nel caso sul luogo di installazione dei pannelli fotovoltaici si trovino vecchi impianti, sono anch’essi soggetti a smaltimento. Alcuni vecchi modelli potrebbero contenere PCB (policlorobifenili), sostanze chimiche altamente tossiche utilizzate nei vecchi trasformatori elettrici.
In generale, per smaltire materiali pericolosi, è fondamentale rivolgersi a imprese certificate e seguire le linee guida stabilite dal Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo è garantire la sicurezza degli operatori e prevenire danni all’ambiente, favorendo al contempo il recupero e il riciclo dei materiali laddove possibile.
Aggiornato il 21 marzo 2025 alle ore 09:25