Papa Francesco si è ripreso

Ieri sera, a distanza di più di un mese dall’inizio del suo ricovero, è stata diffusa una fotografia di Papa Francesco. Il pontefice, in sedia a rotelle, ripreso di spalle, guarda verso l’altare. Indossa i paramenti con cui ha concelebrato la messa della seconda domenica di Quaresima nella cappella privata al decino piano del Policlinico Gemelli, dove si trova l’appartamento papale. Lo sguardo, per il poco che ci è dato da vedere, è chiaramente quello di un uomo stanco. Dopotutto, Jorge Mario Bergoglio è ricoverato dal 14 febbraio scorso (è entrato con una bronchite, poi la diagnosi di polmonite bilaterale, un’insufficienza renale transitoria, e attualmente è in lento miglioramento) ed è innegabile che stia vivendo probabilmente il momento più delicato della sua vita, come ha avuto modo di dire attraverso il testo del quinto Angelus fuori dal Palazzo Apostolico (“sto affrontando un periodo di prova”, ha affermato il Pontefice). Da un mese a questa parte niente è stato più atteso, più richiesto, più desiderato di questa foto: sono tanti quelli che hanno usato il megafono dei social per diffondere teorie assurde che vedrebbero il Papa già morto da settimane.

Il breve audio diffuso la settimana scorsa ha permesso a tanti di raggiungere l’apoteosi dell’assurdità: si è parlato di una discorso creato dall’Intelligenza artificiale, qualcun’ altro ha detto che la voce è vera ma non è il Papa a parlare, per altri si tratterebbe di un messaggio registrato all’inizio del ricovero (e cioè prima della presunta morte del Papa). La comunicazioni – piuttosto fredde – diffuse in queste settimane dal Vaticano (e non dal policlinico, eccetto la conferenza stampa dei due medici), i tecnicissimi bollettini quotidiani, la mancanza di immagini del Papa, hanno creato le condizioni perfette per la diffusione di voci nefaste. Il Papa invece è vivo. Anche se Bergoglio non mi va a genio, ammetto che vederlo mi ha sollevato. Seduto in cappella, senza ossigeno, chiaramente provato: è una testimonianza di resistenza, e questo è molto più potente delle tante voci che lo hanno dato per morto, oppure sul punto di dimettersi, o già sostituito da qualcuno. Il mio augurio è che possa uscire dall’ospedale, che possa riprendersi – nei limiti imposti dall’età e dalle sue condizioni generali – e tornare a una minima autonomia. Questo però non può declassare le preoccupazioni sul futuro del suo pontificato – che è chiaramente in fase conclusiva – e sulla situazione della Chiesa, che ha bisogno di un profondo rinnovamento e di una ripresa della trascendenza. Per adesso, quello che conta, è sapere che il Papa sia vivo: chissà cosa diranno quelli che lo hanno già seppellito.

Aggiornato il 17 marzo 2025 alle ore 12:34