Bandiera gialla

Consapevole che è cosa da dinosauri destinati all’estinzione, ma chi c’era, anche grazie a queste canzoni e ai loro autori, ha vissuto anni belli: di spiagge in riviera che non erano mostrificate dai vari Papeeti, c’erano i “mosconi” di legno, i jukebox con i 45 giri, bastavano cornetti Algida e ghiaccioli, il mangiadischi a pila. Le vacanze si chiamavano “villeggiatura”, gli alberghi erano “pensioni” tutto compreso a casalinga conduzione. I motorini si chiamavano Ciao e Si, c’erano le Arene. In quegli anni c’era anche un cantante di Piacenza cantava “Bandiera gialla”, versione italiana di “The Pied Piper”. Un testo bislacco (“Sì, questa sera è festa grande / noi scendiamo in pista subito / e se vuoi divertirti vieni qua / ti terremo fra di noi e ballerai / finché vedrai / sventolar bandiera gialla / tu saprai che qui si balla / ed il tempo volerà”), però ritmato e subito diventa il simbolo di stagioni spensierate dove coltivare l’ottimismo non era cosa per pochi fortunati.
Non per caso, “Bandiera gialla” diventa anche una mitica trasmissione radio condotta da Gianni Boncompagni e Renzo Arbore; diventa uno di quegli ingenui “musicarelli” dove, tuttavia, passano una quantità di bravissimi attori e caratteristi; e c’erano Patty Pravo, Rocky Roberts, Ricky Shayne, Lucio Dalla, i Giganti, i Rokes, l’Equipe 84, i Nomadi…
La “bandiera gialla” di Gianni Pettenati, dopo una lunga e dolorosa resistenza, si ammaina. Che la sua memoria sia benedizione.

Aggiornato il 24 febbraio 2025 alle ore 11:26