![#Albait. Lo spirito del tempo](/media/8310425/liberta-di-parola_1-808x480.jpg?crop=0.12643831950762638,0.0033885337210990268,0.13098742306663147,0.077692547359982586&cropmode=percentage&width=370&height=272&rnd=133840076770000000)
Nella tradizione hegeliana si parla spesso di” spirito del tempo”. Siamo totalmente abituati a questa espressione che le diamo un significato. In realtà, non esiste.
Quello che in modo quasi divino è definito con questa espressione è la mera adesione di tanti individui alle idee maggioritarie. Chiamiamo questo fenomeno banalmente, con la parola “branco”. Il branco è distinto dall’idea che abbiamo di società.
L’orientamento culturale è una pratica imitativa, una moda. La scienza nel mondo, specie negli ultimi trent’anni, ha evitato l’innovazione come la peste. Ha seguito l’equilibrio comodo della moda e ha smesso di indagare con coraggio. La base dell’accademia contemporanea è basata sulle citazioni dei maestri del passato. La nostra ignoranza contemporanea è tale che in economia si fa strada l’idea sia necessario ammazzare un po’ di persone per far sopravvivere le altre. Il fascinazismo la pensava così. Per questo la guerra assurse a “atto eroico”. Era una sciocchezza. Oggi siamo otto miliardi e stiamo tutti meglio di allora. Anche i più derelitti.
Nel 2025 le ricette cominciano a somigliare a quelle di allora. Le critiche al liberismo sfrenato si uniscono a richiesta di libertà sociale illimitata. Un controsenso. Ossimoro per i più snob. La traduzione di questa critica è: Stato totalitario. Quello che propone Putin e forse anche Trump col sodale Musk.
Lorenzo Infantino, mio maestro, si era convinto di questo.
Il problema è se esistano alternative. Se ci siano esponenti della teoria della libertà individuale, i liberisti, nelle élite mondiali che possano innescare mode culturali diffuse.
Anche gli Usa sono caduti nella rete della deculturazione. Produrre lì innovazione culturale è pressoché impossibile. Al massimo, innovazione tecnica, sempre per affinamento.
Perché per la cultura di oggi Elon Musk è un innovatore, quando in realtà è solo un maestro dell’affinamento.
Strizza l’occhio all’Alleanza per la Germania di un gruppo di estremisti populisti. Li incita a liberarsi dalle colpe del passato. Sveglia una bestia che nel mondo ha prodotto cento milioni di morti. In Ucraina ne ha già prodotti due milioni. Sono stupidaggini pericolose. Ma il secolo scorso ci ha insegnato che con propaganda, un po’ di randello e potere si possono tenere in piedi anche teorie stupide, crudeli, inutili e sbagliate.
Trump e Musk possono porre rimedio a questa situazione?
Impossibile. Dimostrano nei fatti che vogliono comandare a loro modo. Non si vogliono mettere in discussione. Abbracciano un’impostazione settecentesca, basata su un neomercantilismo che nelle loro intenzioni dovrà avere il suo centro nella Casa Bianca, a Mar a Lago e Boca Chica, dove sono prodotti i razzi che dovrebbero portare l’eccesso di uomini su Marte, per vedere se gli autori di Total Recall erano fantasiosi o precursori. In attesa di questo sviluppo, Trump alza i dazi e chiede tassi d’interesse più bassi alla Federal Reserve. Una strategia perfetta per far accendere una fiammata inflattiva. Ma gli Usa di oggi sono guidati da una visione del mondo mercantilista, verticistica, basata sull’adulazione del capo. Speravamo che tutto l’Occidente imponesse alla Russia dittatoriale e guerrafondaia una pace a tutela delle democrazie. Si paventa al contrario una pace basata su un dare e avere contabile a scapito della sicurezza ucraina.
Il trapasso dalla democrazia che discute e poi decide a quello di una èlite che comanda non è spirito del tempo. Piuttosto è una moda cialtrona veicolata da decenni di trasmissioni televisive e messaggi appresi dai quotidiani e dalla pubblicità. Funziona così anche la guerra asimmetrica. Non dico la verità ma qualcosa di verosimile. Nel farlo, assecondo la programmazione linguistica o retorica che va per la maggiore. Il falso diventa potabile. E nascono giornali, blog, televisioni che falsificano la realtà. Il meccanismo è comune nel mondo dello spettacolo.
Una star internazionale ha denunciato la propria adesione al nazismo senza che nessuno si sia scomposto più di tanto. Potere della neutralizzazione del messaggio negativo. Per Sanremo, Fedez beneficia dello pseudo scoop di Fabrizio Corona per redimere la sua immagine e lanciare la sua canzone, a scapito di Chiara Ferragni, donna, sotto processo, bionda e dipinta da Massimo Giletti come possibile causa prima della “truffa dei pandori”. Il capro espiatorio perfetto per i guai di Fedez.
I semi sparsi nel nostro passato trentennale producono i loro temibili frutti. L’idea della forza fisica si è sostituita nuovamente all’idea del governo. Non ne verrà nulla di buono, ovviamente. Occorre reagire.
Aggiornato il 14 febbraio 2025 alle ore 11:54