![Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili](/media/8309996/hq720.jpg?crop=0.22341793860401304,0,0.011168753215571852,0&cropmode=percentage&width=370&height=272&rnd=133833337610000000)
Oggi, 6 febbraio, è la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni genitali femminili, una pratica barbara che viene applicata per motivi culturali e non per scopi di natura medica. Sebbene l’infibulazione che consiste nella rimozione, totale o parziale, degli organi genitali femminili esterni sia riconosciuta a livello internazionale come una violazione estrema dei diritti e dell’integrità delle donne e delle ragazze, si stima che circa 68 milioni di giovani in tutto il mondo rischiano di subire questa pratica prima del 2030. Le complicazioni alle quali si rischia di incorrere sono molteplici inclusa la morte.
Le Mgf vengono considerate tra le forme più gravi di violenza contro le donne e le bambine di tutto il mondo, compresa l’Italia date le problematiche relative all’immigrazione. Il nostro paese dispone di una legislazione molto avanzata, tanto che la legge 9 gennaio 2006, numero 7 che, tra l’altro, ha modificato il Codice penale introducendo il delitto di mutilazioni genitali femminili, è stata a suo tempo definita quale esempio di best practice dal Segretario Generale delle Nazioni Unite.
“Le Mutilazioni genitali femminili ‒ afferma il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella ‒ sono una pratica aberrante, disumana e gravemente lesiva dei diritti fondamentali delle donne, che pregiudica la loro possibilità di sviluppo, di realizzazione personale e di piena consapevolezza del proprio corpo: il Governo è impegnato per l’eliminazione di tale pratica dannosa, così come di ogni altra forma di violenza fisica e psicologica contro le bambine e le donne. Per questo motivo, e con le finalità di prevenzione e contrasto alle Mutilazioni genitali femminili, il Dipartimento per le pari opportunità procederà ad una ricognizione e un’analisi del fenomeno in Italia e, quindi, a realizzare un piano di comunicazione integrato per accrescere la consapevolezza tra la popolazione generale, le comunità direttamente interessate e gli operatori sociosanitari che entrano in contatto con le vittime o potenziali vittime di Mgf, al fine di garantire, tra gli altri, il rispetto degli obblighi previsti dalla Convenzione di Istanbul e delle priorità del Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023”.
Aggiornato il 06 febbraio 2025 alle ore 16:42