La lunga sfida televisiva di Mediaset in Germania

Grandi manovre in casa Mediaset in vista dell’assemblea del 30 aprile quando il gruppo di Cologno Monzese, guidato da Pier Silvio Berlusconi, chiuderà i conti con un utile di poco superiore ai 217 milioni di euro. Le sfide televisive in Europa si fanno però di mese in mese più difficili e la spina nel fianco sta diventando la partecipazione tedesca in ProSiebenSat.1 Media che continua a registrare perdite: 134 milioni nella presentazione dei conti 2023 in forte aumento dai 49 di passivo di un anno fa a causa delle svalutazioni delle liberty. Il quadro economico presenta ricavi in flessione a 3,85 miliardi, ossia a meno 7,5 per cento. L’insoddisfazione di Pier Silvio Berlusconi è stata evidenziata in varie interviste in cui ha sottolineato la necessità di cambiare rotta. Il gruppo tedesco, di cui Mediaset detiene il 29,7 per cento, deve tornare ad investire sulla televisione, abbandonando le attività “no-core” per sviluppare il progetto MfeMediaForEurope dando vita a un grande broadcaster, divenendo così il secondo più grande agglomerato televisivo. L’obiettivo è fare in Italia, Germania, Spagna una tivù adatta al proprio pubblico.

In pratica mettere insieme tre televisioni per creare nuovo sviluppo che con le nuove dimensioni porterebbero aumenti di ricavi e sinergie. Il progetto, nelle intenzioni dell’amministratore delegato, ha al centro la tecnologia: una piattaforma comune di distribuzione di contenuti e di raccolta della pubblicità, capace di resistere e fronteggiare i colossi oltreoceano come Google, Amazon, Discovery, Disney, Paramount che ora, date le difficoltà stanno licenziando, ma che presto torneranno ad imporre al mercato le loro scelte. Anche la Germania sta vivendo un momento di difficoltà economiche ma tutti gli osservatori del trend mondiale ritengono che l’ex locomotiva europea è pronta a ripartire. In questo quadro Mediaset, facendo leva su ProSiebenSat.1 Media, si è posto l’obiettivo di offrire al pubblico un prodotto più moderno, familiare e a 360 gradi che parli a tutta la popolazione. I palinsesti sono soddisfacenti? Alcune scelte hanno deluso ma per Pier Silvio la linea editoriale ha un obiettivo di medio e lungo termine. I risultati sono soddisfacenti. Nel frattempo si fa più spedita la marcia che porterà alla “super Fastweb” che avrà in dote nel 2025 Vodafone Italia con i suoi 16 milioni circa di sottoscrittori mobili e oltre 3 milioni di clienti a banda ultralarga fissa. Il marchio Vodafone non sparirà ma potrà essere utilizzato per altri 5 anni. Un’operazione di grande portata per Swisscom in concorrenza con Tim, Iliad e Wind Tre.

C’è grande fermento nelle telecomunicazioni che potrebbe coinvolgere anche le torri di trasmissione. È particolarmente soddisfatto Urbano Cairo dei risultati raggiunti con il gruppo Rcs (Opa nel 2016 sul Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport) e con il canale La7 dopo l’acquisto undici anni fa nel marzo del 2013. Cairo, ripercorrendo la storia degli ultimi 40 anni della televisione privata italiana, ha sottolineato le difficoltà di Mondadori, Rusconi, Globo, Formenton nel raccogliere la sfida delle tivù. Quando venne comperata La7 perdeva 100 milioni all’anno ed era settima nel calcolo share. Oggi con il 5,8 per cento nella fascia prime time La7 è quarta vicina a Italia Uno. Numeri importanti per il Corriere della Sera (circa 5 milioni di contatti netti giornalieri), primo quotidiano italiano davanti alla Gazzetta con un distacco di circa 100mila copie su Repubblica. La Rai si consola, intanto, con Sanremo e la fiction delle donne: Imma Tataranni-Sostituto procuratore, Le indagini di Lolita Lobosco, Studio Battaglia. E Cinecittà presenta un utile netto di 1,3 milioni di euro.

Aggiornato il 25 marzo 2024 alle ore 15:03