Gli studenti che rinunciano alla gita scolastica

Anche quest’anno, proprio come il 2023, uno studente su due si troverà obbligato a rinunciare alla gita scolastica con pernotto. I motivi, fondamentalmente, sono due: carenza di docenti disponibili come accompagnatori e costi. A ciò si aggiunge anche la voce disciplina: il 17 per cento di chi resta a casa è obbligato causa punizione. Questi alcuni dati snocciolati dall’Osservatorio sulle gite scolastiche di Skuola.net sulla scorta delle domande fatte a 1200 alunni delle classi medie e superiori.

Venendo ai dettagli, uno studente su due – come detto – dovrà dire no al viaggio d’istruzione con alloggio fuori casa: al 31 per cento la scuola ha già comunicato che non si partirà, l’8 per cento prevede una rinuncia a titolo personale (per sua scelta o della famiglia), il 12 per cento intende capire cosa succederà, anche se le speranze sono sempre più flebili, visto che siamo a marzo.

“Purtroppo, la partecipazione ai viaggi di istruzione con almeno un pernotto fuori casa, per la metà degli studenti delle scuole secondarie, continua a essere un privilegio – dice Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – il problema restano essenzialmente i soldi. Quelli che mancano alle famiglie e quelli che mancano alle scuole per incentivare la partecipazione dei docenti, costretti a sobbarcarsi enormi responsabilità spesso gratis et amore dei. E, anche qualora ci fossero, come avvenuto quest’anno, fondi per aiutare le famiglie meno abbienti, il caro-vita e il cambiamento climatico rischiano di vanificare tutto. Infatti – termina – oggi come oggi, ogni stagione è buona per il turismo di massa, lasciando agli studenti ben poche opzioni low-cost, a meno che non ci si accontenti di mete meno gettonate”.

Aggiornato il 21 marzo 2024 alle ore 15:39