Italia, triplica il tasso di utilizzo del congedo di paternità

In Italia il tasso di utilizzo del congedo di paternità è triplicato, dal 2013 al 2022. Secondo i dati diffusi da Save the Children, estrapolati da una ricerca dell’Inps pubblicata in occasione della Festa del papà (domani), sempre più genitori maschi decidono di restare a casa con i figli appena nati, grazie alla legge sui congedi parentali. L’Organizzazione ha sottolineato quanto sia importante promuovere, a livello istituzionale, la condivisione delle responsabilità genitoriali, in modo tale che la maternità non sia più sinonimo di ostacolo all’accesso delle donne nel mondo lavorativo. Per fare questo sono necessarie politiche che favoriscano l’equa distribuzione dei carichi di cura, ha rilevato Save the Children.

Il “papà tipo” che si avvale del congedo ha più di 30 anni, vive nel nord Italia, lavora in una media-grande impresa, con un contratto di lavoro stabile e ha un reddito che va dal medio all’alto. Nonostante questo identikit ben preciso, l’incremento dell’utilizzo del diritto all’astensione lavorativa si registra in tutto lo Stivale. Nello specifico, chi ne usufruisce di più vive nel Settentrione, mentre i congedi di paternità diminuiscono nel Mezzogiorno.

Le province in cui la paternità viene richiesta di meno sono Crotone (24 per cento), Trapani (27 per cento), Agrigento e Vibo Valentia (29 per cento). Superano invece l’80 per cento dell’utilizzo del congedo Bergamo e Lecco (81 per cento), Treviso (82 per cento), Vicenza (83 per cento) e Pordenone (85 per cento). A richiedere la paternità son prevalentemente uomini con un’età compresa fra i 30 e i 39 anni (65,4 per cento) e fra i 40 e i 49 anni (65,6 per cento). Fra le aziende con oltre 100 dipendenti, l’utilizzo del congedo è pari al 77 per cento; in quelle che hanno fra i 51 e i 100 dipendenti è pari al 60 per cento; fino ad arrivare al 45,2 per cento delle piccole imprese con 15 dipendenti o meno.

“Il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli sta cambiando – anche se lentamente – pure in Italia, a favore di una maggiore condivisione delle responsabilità. È necessario sostenere questo cambiamento, andare nella direzione di un congedo di paternità per tutti i lavoratori, non solo i dipendenti, garantendo che i datori di lavoro adempiano all’obbligo di riconoscere tale diritto, e fino ad arrivare all’equiparazione con il congedo obbligatorio di maternità” ha spiegato Giorgia D’Errico, la direttrice degli Affari pubblici e Relazioni di Save the Children. Questa è “una misura anche a sostegno delle neo-mamme – ha continuato la dirigente dell’Organizzazione – in un periodo della vita che troppo spesso si rileva difficile e caratterizzato da sentimenti di inadeguatezza e solitudine, come emerge anche da una indagine campionaria promossa nel 2023” da Save the Children, ha precisato D’Errico. “È essenziale incoraggiare i nuovi padri nella piena condivisione della cura dei figli, eliminando, al contempo, i tanti ostacoli che ancora oggi bloccano l’ingresso e lo sviluppo professionale delle madri nel mondo del lavoro”, ha concluso la dirigente dell’Organizzazione.

Aggiornato il 18 marzo 2024 alle ore 16:00