La solidarietà italiana e la rinascita della Siria

Nel corso dell’ultima edizione 2023 del Festival della pace di Brescia, l’Associazione “We are” Odv raccolse e diffuse un appello dalla cittadina di Idlib, in Siria, che attraverso alcuni ospedali della zona chiedevano aiuto. Successivamente all’evento, alla richiesta di mobilitazione e grazie alle sinergie create sul territorio “We are”, una casa di riposo della bergamasca ha offerto 60 letti ospedalieri con regolazione elettrica in ottime condizioni. L’associazione “We are” ha subito contattato gli ospedali di Idlib che hanno ribadito l’importanza di ricevere quei letti. Con una raccolta fondi, perennemente attiva sui social, dell’associazione il container è partito recentemente da Grumello del Monte ed è giunto in Siria. Oltre ai letti ospedalieri sono state inviate anche due sedie a rotelle, un deambulatore, 60 materassi ospedalieri nuovi di fabbrica e 37 scatoloni di pannoloni per adulti. “We are” continua a richiamare l’attenzione della cittadinanza italiana sulla tragedia della Siria e sulle condizioni disumane in cui vivono i bambini e le donne siriane.

Il conflitto siriano ha generato grandi problematiche per le famiglie: numerosi bambini, numerosi disabili e tantissimi mutilati di guerra sono abbandonati senza una speranza per il domani. Una realtà che “We are” conosce bene e tenta di divulgare. Riuscire a dotare ad ogni famiglia una nuova sedia a rotelle elettrica per poter affrontare la vita in maniera più “normale” ed in alcuni casi riuscire a ritrovare una agognata autonomia, anche lavorativa, diviene una priorità per i tantissimi siriani rifugiati in Turchia. Nel corso degli ultimi mesi, “We are” è riuscita a consegnare le prime dieci sedie a rotelle elettriche ma ora si punta a farne arrivare altre 20 per rendere la vita dei mutilati e delle famiglie locali più consona ad una degna esistenza. Dopo il terremoto, molte persone sono state spinte ulteriormente nella povertà e nella disperazione, e migliaia sono ancora coloro prive di casa e in condizione di vulnerabilità.

La Turchia è uno dei Paesi che ospita più rifugiati siriani, mentre la Siria, dove milioni di persone sono state costrette alla fuga per una crisi che dura da 13 anni, ben prima del terremoto, sta subendo gravi metamorfosi economiche. In Siria, si stima che il 90 per cento della popolazione viva in condizioni di povertà: 13 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare e 7,2 milioni sono gli sfollati interni. Dovendo far fronte a varie crisi di carattere geopolitico e alimentare, 16,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza, un numero in aumento rispetto ai 15 milioni degli ultimi anni. Il terremoto ha colpito 8,8 milioni di persone in tutto il Paese, sradicandone decine di migliaia, molte delle quali erano già sfollate. Solo nel nord-ovest della Siria, più di 40mila persone sono ancora sfollate a causa del terremoto e risiedono in 70 centri di accoglienza temporanea. Il 90 per cento dei rifugiati nel Paese non era in grado di far fronte alle necessità di base già prima del terremoto, e molti di loro si affidavano a lavori informali, assistenza sociale o prestiti.

Dopo il sisma i bisogni critici si sono intensificati relativamente ad alloggio, servizi di base, casa, elettricità, assistenza sanitaria e telecomunicazioni. Pur apprezzando la tempestività e la generosità degli aiuti offerti dai donatori, le associazioni di assistenza ai rifugiati siriani fanno appello a un sostegno costante per garantire il soddisfacimento dei bisogni umanitari critici. In Siria, “We are” continua a fornire assistenza per la protezione dei bambini e delle famiglie rifigurate, compreso il sostegno psicosociale. Quello dell’assistenza psicosociale è un’altra tematica che “We are” sta affrontando e che merita estrema attenzione per le ricadute della tragedia della guerra e del terremoto sui numerosi bambini che continuano a sopravvivere in un inferno senza via di uscita.

Aggiornato il 13 febbraio 2024 alle ore 12:35