La ricerca di uno stile di vita migliore ha riportato in auge l’antico principio della natura medica, vis medicatrix naturae, la forza guaritrice della natura, la spontanea capacità di autoregolazione dell’organismo unitamente ai principi della medicina tradizionale dell’Estremo Oriente, diversi da quelli biochimici della nostra medicina ufficiale.

La pratica dello yoga e la medicina ayurvedica indiana, l’alimentazione macrobiotica e lo shiatsu giapponesi, la medicina tibetana con le sue terapie ed i suoi millenari principi, così come quelli dei meridiani cinesi unitamente all’utilizzo dell’agopuntura sono divenuti, ormai da vari decenni, di notevole interesse per gran parte della popolazione italiana, sempre più attenta al rispetto della natura, salutista ed in percentuale minoritaria ma, via via, sempre più in crescita, vegetariana, vegana o addirittura fruttariana. Ad integrare questo variegato panorama, si è aggiunta più di recente la riflessologia facciale vietnamita, il Dien Chan, che trae origine dalla filosofia e dalla tradizione popolare vietnamita. Questa nuova disciplina si afferma a partire dagli anni Sessanta in Vietnam grazie al professor Bui Quoc Chau, direttore del Centro Vietydao-Vinatherapy di Ho Chi Minh, la città che un tempo si chiamava Saigon, l’ex capitale del Vietnam del Sud.

Lo studio del viso non è una cosa recente nelle società che hanno una lunga tradizione in medicina – tradizionalmente la fisiognomica viene fatta risalire al filosofo e matematico greco Pitagora – e già l’antica agopuntura attraverso l’associazione clinica aveva riscontrato connessioni molto forti fra le differenti parti del volto e le loro corrispondenze nel corpo, individuando nel viso un gran numero di punti per il trattamento di parecchie patologie. In questo quadro, è importante evidenziare che il Dien Chan vietnamita ha un fondamento diverso in quanto non utilizza i meridiani di agopuntura, ma definisce una rete di multiriflessologie costituite da un numero significativo di punti con schemi di riflesso sul viso, in quanto viene percorso sia da canali di circolazione sanguigna che da fibre nervose, oltre che dai meridiani di agopuntura.

La tecnica della riflessologia consente la trasmissione, tramite il sistema nervoso, di un segnale che partendo da un punto preciso provoca una reazione in un altro punto. Il trattamento può correggere squilibri e riportare il corpo in condizioni ottimali, consentendo mediante una naturale e semplice stimolazione risultati eccellenti dal punto di vista neurologico, dermatologico, digestivo, circolatorio, dei disordini urogenitali, reumatologici, metabolici ed anche un supporto per problemi muscolari, crampi, lombalgie, mal di testa, insonnia.

Nel voler sintetizzare le mappe del Dien Chan sul volto, solo a grandi linee, nel centro troviamo il naso che corrisponde alla colonna vertebrale, le sopracciglia corrispondono alle braccia, l’area delle labbra alle gambe ed il mento ai piedi.

Inizialmente in Italia la Sirfa (Scuola Italiana di Riflessologia Facciale Applicata), poi trasformata negli anni nell’Airfi (Accademia Internazionale di Riflessologia Facciale Italiana), ha sviluppato questo metodo ed è detentrice dell’insegnamento completo del Dien Chan Zone. Il metodo trasmesso in Accademia, oggi, prende il nome di Riflessologia Facciale Italiana (https://dienchanzone.com/). Lo sviluppo attuato dall’Accademia in questi lunghi anni ha strutturato una Riflessologia che potesse recuperare il senso della sua millenaria storia come strumento della medicina popolare vietnamita: tornare nelle case e consentire l’autotrattamento a chi ne ha necessità.

Dunque, la singolarità di questo approccio consiste nel fornire al ricevente una mappatura personalizzata insegnandogli l’autotrattamento, così come messo in pratica, oramai da anni, giornalmente, dai vietnamiti al fine di mantenere un personale equilibrio energetico.

Airfi, grazie alla sua fondatrice, Beatrice Moricoli, è presente in forma di volontariato in ospedali italiani e in progetti speciali dedicati ai bambini, alle donne, alla terza età, alla fibromialgia ed agli effetti collaterali dell’oncologia, in università come Master, ed in molte altre forme di espressione.

Nel nostro Paese per quanto riguarda la normativa non c’è una normativa che inquadra la riflessologia facciale, ma può essere comunque esercitata purché siano rispettati i principi del codice deontologico dell’Associazione Italiana di Medicina Olistica, in base ai quali l’operatore di riflessologia non può formulare diagnosi, né prescrivere farmaci e cure. Comunque, sia l’Accademia Airfi sia la Riflessologia Facciale Italiana sono state riconosciute dalla Regione Lombardia.

 

Aggiornato il 04 agosto 2023 alle ore 17:09