Prima donna a capo dei sindacati americani

Una donna a capo dei sindacati americani. Non era mai successo. Sarà Liz Shuler, 52 anni, a guidare l’Afl-Cio nelle prossime sfide che l’avanzare della tecnologia, degli algoritmi, dell’intelligenza artificiale pongono ai lavoratori degli Stati Uniti. Il segno del cambiamento è rappresentato anche dall’elezione, nell’assemblea di domenica scorsa, del primo segretario e tesoriere l’afro-americano Fred Redmond. In Italia c’erano stati altri due casi di donne al vertice delle Confederazioni dei lavoratori: la ragioniera romana Renata Polverini dell’Ugl e l’universitaria milanese di archeologia Susanna Camusso alla Cgil.

La carriera della prima dal 2006 al 2010 è stata contrassegnata dalle grandi vertenze per l’Alitalia, la Fiat di Melfi, la tedesca ThyssenKrupp di Terni prima di passare alla politica come presidente della Regione Lazio battendo la radicale Emma Bonino e poi da parlamentare di Forza Italia. Il percorso di Susanna Camusso è quasi tutto caratterizzato dalla Cgil operaia per essere stata prima responsabile dei metalmeccanici milanesi e leader della Camera del lavoro della Lombardia.

È stata al vertice del più grande sindacato italiano dal 2010 al 2019 tra le due segreterie di Guglielmo Epifani di cui condivideva la provenienza nel Psi e dell’attuale ex capo dei metalmeccanici Maurizio Landini. Il suo testamento sindacale “l’unità è la nostra ambizione storica” non sembra per ora attuabile alla luce delle ultime divergenze con la Cisl di Luigi Sbarra. La differenza tra il sindacato Usa e quello italiano sta diventando profonda. Il primo, secondo il sondaggio Gallup sul 90 per cento di democratici e il 47 per cento dei repubblicani interpellati, presenta un indice di popolarità del 71 per cento. Un alto numero di americani quindi che è favorevole alla presenza di rappresentanze organizzate nelle aziende e nei posti di lavoro.

In Italia le tre Confederazioni dei lavoratori (Cgil, Cisl, Uil) incontrano difficoltà a operare di fronte al crescere della disoccupazione specialmente femminile e giovanile e ai provvedimenti del governo Draghi alle prese con l’alta inflazione, l’aumento dei prezzi anche di prima necessità non soltanto di quelli energetici e del nuovo balzo del debito pubblico. All’assemblea di domenica dell’Afl-Cio è stato constatato, invece, che il sindacato Usa ha accresciuto la propria forza negoziale anche per la spinta che viene dalla richiesta di manodopera.

In un mondo del lavoro che è profondamente cambiato (dalla precedente gestione di Richard Trumka, in carica per 12 anni) la nuova leader promette una svolta di strategia. Il punto di riflessione è arrivato dalle conseguenze della pandemia del Covid che ha ristretto il mondo del lavoro e dall’invasione russa dell’Ucraina che sta portando alla riconsiderazione della gestione dei mercati energetici.

Liz Shuler raccoglie anche i successi riportati prima dal dipendente nero Christian Smalls che, dopo essere stato licenziato, è riuscito a imporre il sindacato nel grande centro di smistamento di Amazon dell’area di New York e poi dall’atteggiamento favore del presidente Joe Biden che deve riconquistare la classe operaia perduta nello scontro elettorale con Donald Trump.

La sfida ora è quella di dialogare-negoziare con le grandi aziende delle tecnologie, finora molto restie, se non contrarie ai rapporti con i sindacati. Come scrive il giornalista Federico Rampini nell’analizzare la Seconda guerra fredda, “l’economia, la finanza, la scienza, la tecnologia, i valori politici, la cultura ogni terreno sarà investito dal nuovo conflitto Usa-Cina”.

Aggiornato il 16 giugno 2022 alle ore 11:46