Nel 2021 in Italia è stato registrato un calo della natalità per un totale di meno di 400mila nascite in tutto il paese. La notizia è stata data dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo ai microfoni di Sky Tg24. Il nostro paese quindi si conferma all’ultimo posto per nuovi nati in tutta Europa. Inoltre, con la crisi energetica in corso e l’aumento del carovita la prospettiva per il 2022 non è delle migliori. Questo comporta di conseguenza un drastico invecchiamento della popolazione, con la quantità di ultra novantenni che già nel 2020 aveva toccato circa le 800 unità. Se la tendenza rimarrà questa, bisognerà inevitabilmente accorrere all’utilizzo di forza lavoro immigrata, poiché “dal lato delle imprese permangono difficoltà nel reperire lavoratori con competenze adeguate”, aggiunge Blangiardo.
Anche se l’occupazione ha quasi raggiunto i livelli pre-pandemia infatti, c’è una grande carenza di personale specializzato in diversi ruoli specifici, dovuta anche alla diminuzione dei residenti in Italia. Tra questi ci sono molti giovani in età lavorativa che preferiscono mettere le loro conoscenze e specializzazioni al servizio di altri paesi. Difatti, agli Stati generali della natalità dell’anno scorso, il premier Mario Draghi dichiarava che “un’Italia senza figli è un’Italia che non crede e che non progetta. Di questo passo il paese è destinato a scomparire”. A rincarare la dose, Papa Francesco si scagliava (giustamente) contro le discriminazioni lavorative verso le donne che decidevano la strada della maternità. Con l’aumento dei pensionati, e la diminuzione dei lavoratori, sarà di fatto sempre più complicato riuscire a garantire il Welfare di stato ai cittadini italiani.
L’assegno unico
Tra le dichiarazioni del presidente dell’Istat però non manca un elogio all’assegno unico, che entra in vigore nel 2022 e rimpiazzerà gradualmente tutti i bonus atti al sostentamento dei figli. Questa nuova forma di aiuto ingloberà di fatto gli assegni per il nucleo familiare, le detrazioni per i figli a carico, l’assegno dei comuni per nuclei con almeno tre figli minori, il bonus bebè e il premio nascita. Destino diverso invece per il bonus asilo nido, che non verrà inserito nel nuovo provvedimento. Per ciascun figlio minore sono previsti aiuti mensili, partendo da un massimo di 175 euro al mese per Isee minore o uguale a 15mila euro, e arrivando fino a 50 euro per Isee uguale o maggiore di 40mila euro.
Queste cifre subiscono delle variazioni a dispetto dell’età o di altri elementi, come per esempio disabilità dei figli o età della madre inferiore ai 21 anni. L’assegno verrà erogato a partire dal settimo mese di gravidanza, e per il 2021 l’importo stanziato ammonta a 12,2 miliardi di euro, mentre per l’anno prossimo la cifra sarà di 18,2 miliardi. Infine, di questo sussidio potranno usufruire tutti i cittadini italiani, residenti, che pagano l’imposta sul reddito, oppure uomini e donne stranieri sposati con italiani o comunque in possesso di permesso di soggiorno autorizzato a compiere un’attività lavorativa per almeno sei mesi. Blangiardo conclude su una nota positiva il suo intervento, dicendo che la lettura dei dati sull’economia dimostrano che “stiamo rialzando la testa”, anche se la ripresa dell’inflazione si riflette sulla qualità della vita e dei consumi dei cittadini, che “sono ancora del quattro per cento inferiori al livelli pre-pandemia”.
Aggiornato il 10 febbraio 2022 alle ore 15:27