Potito Perruggini, nipote del brigadiere Giuseppe Ciotta ucciso da Prima Linea, chiede attraverso “Buona parola a tutti” la verità per le vittime del terrorismo. Una verità condivisa, ed a pochi giorni dal 9 maggio, giornata in memoria delle vittime degli “anni di piombo”. Ruggiero Capone intervista Perruggini alla luce dell’estradizione dei terroristi concessa dalla Francia, per omicidi di quasi cinquant’anni fa. Perruggini presiede “Anni di piombo, osservatorio nazionale per la verità storica“.
Durante l’intervista Perruggini racconta la vicenda di suo zio, Giuseppe Ciotta, ucciso il 12 marzo del 1977. Spiega come una verità condivisa possa contribuire a svelare obiettivi e veri mandanti. Perché nell’arco di quattro anni vennero uccisi, dopo Ciotta, tutti i componenti del "nucleo speciale di polizia giudiziaria": Giuseppe Ciotta, Rosario Berardi, Antonio Esposito e Sebastiano Vinci. Una squadra agli ordini diretti del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Una conseguenza della perquisizione che aveva condotto al gruppo di Marco Donat Cattin? Un mistero che gli anziani terroristi potrebbero oggi rivelare: specie alla luce della rinuncia della giustizia italiana a perseguirli. Una verità che attende anche la famiglia di Aldo Moro, dopo che è risultato come i covi delle Brigate rosse fossero fittati ai terroristi da anonimi dipendenti dei Servizi segreti.
Aggiornato il 13 maggio 2021 alle ore 17:45