Porta a Porta, 25 anni di Vespa

Era il 22 gennaio 1996 quando nacque “Porta a Porta”, il programma ideato e condotto da Bruno Vespa e trasmesso negli storici studi di via Teulada. Una trasmissione che gira la boa dei 25 anni e che per il suo carattere ecumenico è stata definita “La terza Camera dello Stato”. Centinaia di personaggi sono passati per la porta aperta da un attore finto maggiordomo dopo la sigla, che è la colonna sonora del film “Via con il vento”.

In un quarto di secolo i successi si sono susseguiti alle polemiche sia per la scelta degli argomenti da trattare sia per gli ospiti scelti. Non c’è tema, comunque, che non sia stato discusso nel “salotto buono” di Vespa, con una formula che è rimasta sempre uguale negli anni e in onda in seconda serata su Raiuno, salvo qualche prima serata in casi di eventi eccezionali. Ospite della prima puntata il professor Romano Prodi, all’epoca leader della colazione Ulivo di centrosinistra e alla vigilia delle elezioni del 1996 che portarono l’ex presidente dell’Iri e della Commissione dell’Unione europea a Palazzo Chigi come presidente del Consiglio dei ministri. Prodi non mancherà in altre occasioni, come quella del faccia a faccia con Silvio Berlusconi del 3 aprile 2006, il quale poi da Vespa sottoscrisse il contratto con gli italiani. Il confronto tra il leader di Forza Italia e quello dell’Ulivo fece registrare il record delle puntate politiche più viste della Rai:16.129.000 telespettatori.

Il secondo evento politico guidato da Vespa è stato il ritorno di Beppe Grillo negli studi della Rai quando il fondatore del Movimento 5 Stelle lanciò la campagna per le elezioni europee del maggio 2014. Due momenti suggestivi di “Porta a Porta2 sono stati la telefonata in diretta di Papa Giovanni Paolo II in occasione del ventesimo anniversario del pontificato del Santo Padre polacco, il 13 ottobre 1998. La seconda sorpresa per il pubblico (ma preparata accuratamente) fu quando negli studi di via Teulada entrò la Ferrari F399 guidata da Michael Schumacher.

Non sono mancate le contestazioni. Le trasmissioni sul delitto di Cogne con la morte atroce del piccolo Samuele Lorenzi, l’intervista alla mamma Annamaria Franzoni poi condannata a 16 anni di reclusione, la testimonianza della Franzoni con il marito, la ricostruzione del modellino della villetta aostana, teatro dell’omicidio, gli interventi dell’avvocato Carlo Taormina. Non meno appassionanti le vicende della tragedia della Costa Concordia al largo dell’Isola del Giglio con la telefonata del comandante della Capitaneria di porto, Gregorio De Falco (vada a bordo, c…o!) al comandante Francesco Schettino.

Contestatissima e piena di critiche la partecipazione a Porta a Porta di Vera e Vittorino Casamonica, figlia e nipote del boss Vittorio a cui il clan concesse funerali-show con musiche, fiori dall’alto, carrozze. Un’avventura televisiva interessante in una fascia oraria non facile, come quella di seconda serata. Definito il programma non solo di informazione ma anche d’ intrattenimento e approfondimento culturale e politico, Vespa ha potuto avere un contratto artistico – e non giornalistico – e quindi di superare poi il tetto fissato per legge nel 2017 di 240mila euro annui per i dipendenti e manager pubblici.

Dopo forti polemiche Vespa ha ancora un contratto ridotto del 30 per cento a un milione e 300mila euro annui per tre puntate a settimana e altre 400mila per i prodotti realizzati per Rai Cinema. Il nome Bruno Vespa è diventato un business: tra Rai, collaborazioni varie, libri Mondadori e cantina di vini a Manduria fa un fatturato di alcuni milioni all’anno.

Aggiornato il 26 gennaio 2021 alle ore 09:43