Misure per la Fieg ai giornali on-line

“L’informazione cartacea e on-line continuano a svolgere un ruolo fondamentale: garantisce informazioni attendibili, verificate e di qualità, promuove comportamenti attivi dei cittadini” scrive in una nota il presidente degli editori Andrea Riffeser Monti. L’editoria di qualità soffre, tuttavia, una crisi senza precedenti.

“Nonostante l’impegno di tutti gli editori e gli interventi da parte del governo e del Parlamento la situazione economica dell’informazione e dell’editoria permane grave, in particolare alcune testate locali, piccole e medie, hanno registrato una riduzione di ricavi che mette a rischio la loro esistenza”, conclude il presidente della Fieg.

L’appello del presidente della Fieg consiste nella richiesta a tutte le forze politiche di prevedere, nella manovra finanziaria, significativi interventi diretti a favorire gli investimenti per la transazione al digitale. Sono anche necessarie modifiche delle procedure per il ricorso agli ammortizzatori sociali e per l’accesso ai prepensionamenti, a cui aggiungere misure efficaci per la promozione della lettura e della vendita dei giornali cartacei e on-line.

Tra gli interventi sollecitati dalla Fieg sono elencati quattro punti fondamentali per stabilizzare, potenziare e finanziare le misure varate per l’emergenza Covid. Le richieste riguardano il credito d’imposta per l’acquisto della carta, sugli investimenti pubblicitari sulla stampa, sugli investimenti per i servizi digitali e l’aumento della percentuale di forfetizzazione della resa ai fini Iva. Un appello che si basa sulla realtà riscontrata nei mesi di maggiori difficoltà del lockdown. Secondo i dati dell’Ads sulla diffusione e vendita dei quotidiani (cartacei e digitali) si registra una discreta ripresa nel mese di giugno, con Corriere della Sera, Repubblica, Sole 24 Ore, Stampa, Gazzetta dello Sport, Avvenire, Resto del Carlino, Messaggero, Corriere dello Sport, Fatto Quotidiano tra i primi in classifica.

Facendo il confronto anno su anno l’Ads mette in evidenza un calo del 12,13 per cento per Repubblica, del 15,78 per cento della Stampa, del 39 per cento della Gazzetta dello Sport e del Corriere dello Sport, del 25 per cento di Tuttosport, del 19,8 per cento del Messaggero. Salgono del 38 per cento il Fatto Quotidiano e del 7,2 per cento il Giornale. Le perdite sono derivate principalmente dalla chiusura o sospensione delle edicole.

Il Covid non ha fermato i giganti del web in termini di ricavi e profitti, il cui fatturato è cresciuto del 17 per cento nel primo semestre 2020. Per avere un’idea di grandezza il fatturato nel 2019 dei 25 giganti del web ha toccato quota 1.014 miliardi di euro.I primi tre sono Amazon (250 miliardi e 780mila dipendenti), Alphabet e Microsoft. A fine 2019 la loro forza lavoro era di 2, 2 milioni di persone in tutto il mondo.

Le aziende specializzate in web in Italia sono ubicate principalmente nelle province di Milano e di Monza e Brianza, occupando circa 11mila dipendenti. Amazon occupa in Italia circa 6mila lavoratori. Le filiali dei giganti web quotati hanno versato al fisco italiano nel 2019 quasi 70 milioni, una cifra che ha suscitato critiche e polemiche perché la metà dell’utile è tassato in paesi a fiscalità agevolata. Come rileva uno studio di Mediobanca, nell’arco del quinquennio 2015-19 mentre il fatturato raddoppiava le grandi corporation di internet e software hanno risparmiato imposte per 46 miliardi. Nella fase del lockdown i colossi del web hanno beneficiato del boom del maggiore utilizzo della digitalizzazione ( e-commerce, smart working).

Aggiornato il 15 ottobre 2020 alle ore 14:37