Psichiatra, vendetta di Medea nel dramma a Torino

Il caso dell’uomo della provincia di Torino che ha deciso di porre fine alla sua vita e a quella del suo bimbo di 11 anni è un caso di vendetta di Medea.

Come Medea aveva ucciso i figli per impedire a Giasone di avere una discendenza, in questo caso l’uomo ha deciso di porre fine oltre che alla propria vita anche a quella del figlio, la cosa più preziosa per lui, ma anche per la moglie che ora ne rimane priva. È un gesto “di rabbia e rancore nei confronti della moglie, per farla soffrire e distruggere tutto, distruggere tutta la famiglia, tutto ciò che insieme avevano costruito. È una vendetta terribile, privare la donna del figlio, impedendole così per sempre di avere una famiglia normale e separandola dall’affetto per lei più caro. Insieme al figlio, anche lei è un’altra vittima”.

Lo afferma il professor Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria e direttore del Dipartimento salute mentale Asl Torino 3 commentando la tragedia avvenuta a Rivara (Torino).

“Il ragazzo - spiega Zanalda - è vittima innocente di un conflitto genitoriale. Non solo ha vissuto la separazione dei genitori, ma si è visto ammazzare. All’altro partner in un caso come questo rimane il rimpianto di non averlo capito, di non averlo potuto evitare. Questa donna, ma credo venga già fatto, deve essere molto attenzionata sotto il profilo della tenuta psicologica”.

L’uomo aveva scritto un post su Facebook in cui in qualche modo annunciava il gesto: “Noi partiamo per un lungo viaggio, dove nessuno ci potrà dividere, lontano da tutto, lontano dalla sofferenza”. Un messaggio per lo psichiatra diretto all’ex moglie, “ma non è facile intercettare messaggi del genere”.

Un’ora dopo un’amica ha chiamato il 112. Per l’esperto il gesto “è un passaggio all’atto, che dimostra che la persona non ha più limiti di sanità mentale e buon senso, che in genere fungono da freno”.

“Non si dà forse il giusto peso a quello che viene scritto sui social network, il peso di questo mezzo di comunicazione non è immediato come lo è il mezzo stesso” rileva Zanalda, che sottolinea come anche l’ex moglie ritenesse impossibile un gesto nei confronti del figlio. “Lei gli ha dato del vigliacco - conclude lo psichiatra - anche per sottolineare che se lui se l’è presa con il soggetto più debole, il figlio”.

Aggiornato il 21 settembre 2020 alle ore 15:53