Scuola: a settembre didattica mista o “mini-lezioni”

Metà classe segue la lezione in aula e metà a casa. O anche: mini-lezioni da 45 minuti, prevedendo quindi lo stesso organico ma con una diversa organizzazione del lavoro.

Sono alcune delle ipotesi a cui sta lavorando la task force istituita al ministero dell’Istruzione e presieduta dal professor Patrizio Bianchi.

“Sono solo ipotesi di lavoro – fa notare il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli – tuttavia posso dire che fare lezioni di 45 minuti non è un problema, l’autonomia scolastica già lo prevede, è possibile modulare diversamente l’orario se si ritiene preferibile fare lezioni di 45 invece che di 60 minuti, e questo potrebbe avere un senso soprattutto se c’è metà classe in aula e metà a casa”, visto che, come è noto, la lezione on-line è più faticosa.

Per Giannelli, comunque “a settembre è presumibile che si tornerà tutti a scuola anche se non è detto ci si rimanga senza interruzioni”, a causa dell’andamento del Covid-19. L’ipotesi della mini didattica con lezioni di 45 minuti consentirebbe dunque di dividere una classe in due gruppi che si alternerebbero in presenza, ognuno farebbe un tot ore di lezione in aula e le altre potrebbero essere fatte di materiale e lavori a distanza, oppure, mentre un gruppo fa una lezione, un altro ne fa un’altra in locali diversi (laboratori, aule magne, palestre ecc).

“Potrebbe essere una soluzione organizzativa – ragiona Pino Turi, leader della Uil Scuola – recuperando quelle ore diversamente. Bisogna avere fiducia nelle scuole e dare poche regole ma non si può pensare di farlo in una stanza del ministero, bisogna attivare la flessibilità che l’autonomia consente. Le scuole sono in grado di farlo”.

Questo schema, attuabile soprattutto per i ragazzi più grandi, non verrebbe invece preso in considerazione per i bambini delle elementari. Qui la task force dovrebbe prevedere incrementi di organici, come chiedono anche i sindacati. La Cisl scuola guidata da Maddalena Gissi nel proprio studio “Ri cominciare” ha calcolato che servirebbe un incremento dell’organico di scuola dell’infanzia, primaria e Ata fino al 10 per cento. Si tratterebbe di un organico aggiuntivo, da assumere a tempo indeterminato per l’anno scolastico 2020/21. Lo studio poi immagina il posizionamento “a scacchiera” dei banchi in aula, un banco/un alunno, turnazioni mattinaà-pomeriggio, ingressi scaglionati e modalità per l’intensificazione della pulizia degli ambienti.

Infine, oggi la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è tornata su alcune parole da lei pronunciate nei giorni scorsi che hanno suscitato polemiche. “L’imbuto di Norimberga – ha sottolineato – è una metafora sull’apprendimento molto nota nel mondo della scuola: uno studente a cui vengono ‘versate’ nozioni in testa attraverso un imbuto. L’apprendimento non funziona così, i docenti lo sanno bene, ed è ciò che intendevo dire quando ho rievocato l’immagine dell’imbuto. Ci tengo a tranquillizzare sul fatto che al ministero non abbiamo provato ad infilare imbuti in testa ai ragazzi versandoci dei libri (liquefatti ovviamente), prima di dire che non funzioni... Magari da oggi ancora più persone parleranno del tema dei metodi della didattica, che è molto serio”.

Aggiornato il 20 maggio 2020 alle ore 17:46