I buoni dentro e gli inutili fuori

Da due mesi l’Italia arranca. Due mesi di passione per il sistema produttivo, due mesi di paura e di incertezza per il futuro. Sono anche due mesi di certezze, purtroppo negative, in quanto nessuno paga più nessuno, si pagano solo e non sempre le bollette che implacabili continuano ad arrivare per luce, acqua, gas. Ecco che ora anche i più insensibili cominciano finalmente a capire che la mancanza di libertà individuale è la cosa più grave in assoluto che ti possa capitare, anche della salute. Può sembrare un’eresia ma se un uomo è libero è libero anche di gestire la sua salute o malattia, ma se un uomo non è libero da sano poi si ammala di certo. Se sono libero posso scegliere di stare in casa di evitare la gente e il rischio di contagio, posso non andare al bar, al ristorante, al supermercato, alla partita, al cinema, in discoteca; ma posso andare responsabilmente a camminare nel bosco con moglie e figli o al mare restando a debita distanza dagli altri magari scendendo sulla riva alle ore più strane per non incontrare nessuno. Ma libero e sano.

Oltre a questi insensibili si stanno svegliando ma in malo modo i bambini, quelli che qualcuno definiva felici di stare a casa; queste piccole vittime invece, essendo davvero i più sensibili in assoluto, hanno capito rapidamente che tutto questo non è normale e che avere i genitori tra i piedi in continuazione non è un gioco ma una grave condizione di anormalità. La gente si sta realmente ammalando di testa e forse non solo di testa, gli effetti dell’inattività e l’elevato livello di stress potranno causare malattie degenerative gravi. Chi ha occasione di girare un po’ per lavoro o per la spesa, avrà notato che già ora chi guida comincia ad essere schizzato, nonostante il traffico sia ridotto al minimo. C’è gente che ti suona, a te che sei la sola macchina nel raggio di un chilometro e che procedi piano perché ormai la fretta non esiste più, ma loro ti sorpassano lo stesso dopo averti tampinato attaccati alla coda dell’auto, tirando la marcia ed imballando il motore; e poi li ritrovi cento metri più avanti fermi al semaforo. Di certo non sono normali e di tutto questo sono e saranno responsabili coloro che hanno amministrato il Paese non rispondendo ormai da tempo alla volontà popolare.

Oltretutto questi amministratori dello Stato, mentre i comuni mortali devono stare in casa, loro no, escono perché vanno nei luoghi pubblici, nei luoghi della politica, delle amministrazioni locali e non subiscono completamente la segregazione anzi forse godono del loro potere mentre beneficiano del privilegio di essere sicuri di riscuotere a fine mese lauti stipendi. Vorremmo ricordargli che gli stipendi ancora li paghiamo noi con i nostri soldi. E se uno volesse conforto spirituale troverà complici del ceto politico anche i padri della fede, un po’ di tutte le religioni, i quali chi più e chi meno, hanno rinunciato ad esercitare l’autonomia dello spirito.

Noi siamo buoni e vogliamo avvertire questi appartenenti alla casta che devono fare molta attenzione perché se nella notte buia un popolo errante intravede una piccola luce che squarcia l’oscurità, quel popolo si dirigerà senza paura verso quel luogo e nessuno dico nessuno si potrà mettere in mezzo al suo obbiettivo; anzi, chi lo farà probabilmente si starà prenotando un posto sul patibolo. Qualcuno un tempo disse “il pane è finito? date al popolo le brioches”, ma non fece una bella fine; oggi qualcuno dice “finiti i soldi? Date loro le garanzie”.

Iniziamo subito a chiamare un bel numero verde e dopo vari risponditori automatici che ti fanno girare per il mondo senza risposta, finalmente, e non scherziamo, dopo 20 minuti di tentativi, risponde un disgraziato nel senso di incolpevole ed ignaro soggetto, che ti dice che non ne sa niente! Questo, senza altri commenti, spiega il perché oggi siamo chiusi in casa. Un Paese che ha permesso di rompere il rapporto diretto col cittadino interponendo filtri su filtri per parlare con una persona fisica che ti deve rendere conto del suo operato è un Paese di delinquenti seriali dediti all’emarginazione dei singoli costretti a diventare digitali per sopravvivere al menefreghismo e all’arroganza del sistema.

Aggiornato il 15 aprile 2020 alle ore 12:44