Coronavirus e Scudo Penale: come trasformare i colpevoli in innocenti

Credo che questo virus, che per giunta ha la corona, abbia messo a nudo il Re. Questo incipit può sembrare ironico, ma, in realtà ha un simbolismo impressionante, in quanto la Corona è il simbolo della sovranità e la sovranità comporta una funzione per il popolo, altrimenti c’è il distacco nei confronti del potere costituito.

Oggi assistiamo, increduli, alla resa dei conti dell’implosione di un sistema – il Re nudo, appunto – che si sta dimostrando talmente autoindulgente da essere arrogante, alla maniera del Marchese del Grillo dell’“Io sono io e voi non siete c....o”.

In questo simbolismo e nella metafora dell’Albertone nazionale vi sta tutta la siderale distanza fra la realtà e l’ideale repubblicano e democratico, dove la sovranità appartiene al popolo. La sovranità appartiene al popolo, perché la classe dirigente risponde al popolo medesimo e non solo e non tanto in sede elettorale, ma nella sottomissione alla legge, il famoso principio di legalità.

Orbene, è stupefacente constatare che uno dei principali fulcri dell’implosione del sistema, che sta determinato miglia di morti, sia stata l’assoluta mancanza del rispetto della normativa in materia di sicurezza da rischio biologico (il non rispettato Titolo X del Decreto legislativo sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, il d.lgs.81/2008). I noti Dispositivi di protezione individuale (Dpi), così come le procedure interne alle strutture sanitarie, dovevano essere presenti e da attuare perfino in un contesto ordinario, figurarsi in una fase epidemica acuta.

La scelta di mandare allo sbaraglio migliaia di operatori sanitari e di accettare il rischio (poi verificatosi) di un massacro è stata una scelta politica, punto e basta e senza accettazione né di contradditorio, né di replica; attenzione, lo dice il voluto mancato rispetto della normativa sulla sicurezza da rischio biologico.

Di chi è la responsabilità? Se nessuno risponde significa che il principio di legalità è calpestato e con esso il principio democratico. Non so se ciò è peggio dell’epidemia in corso, ma certamente si pone a pari livello.

Il principio di responsabilità ha anche una ulteriore valenza, di natura etica e pratica, ossia che l’individuazione delle responsabilità significa, anche, riuscire ad individuare i nodi insoluti e questi nodi, negli effetti, stanno venendo al pettine.

La proposta di Andrea Marcucci, dell’emendamento volto ad estendere lo Scudo Penale al personale amministrativo (dai direttori generali ai direttori sanitari) è sicuramente un colpo di spugna volto a coprire, dietro lo stato emergenziale, le criminali decisioni del non rispetto delle misure di sicurezza. Tutto ciò è inaccettabile ed incostituzionale, perché lesivo dei principi fondativi sia del processo democratico e repubblicano, sia perché le fattispecie ledono il diritto sacro ed inviolabile della vita ed il diritto alla salute individuale e collettiva. E’ augurabile che l’organo di garanzia della Costituzione, il Presidente della Repubblica, anche solo con la sua attività di persuasione morale autorevole, convinca a ritirare l’emendamento e comunque, se approvato, quantomeno lo rispedisca al mittente con un bel messaggio motivato.

Ritengo che i medici ed il personale sanitario abbiano già nel nostro Ordinamento le protezioni determinate dallo stato di emergenza e di necessità e se si ritenesse che così non fosse, basta approvare un Decreto Legge a completare la dovuta protezione.

Dobbiamo tenere presente che questo colpo di spugna a favore degli “amministrativi”, produrrebbe ricadute anche sul piano civilistico, in sede di legittima richiesta danni alle Aziende e strutture sanitarie, anche quelle richieste risarcitorie degli stessi operatori sanitari.

In ultima analisi, questo “Scudo Penale” salva proprio la politica, quella politica che in sede di “bilancio” ha deciso che si poteva giocare sulla vita degli operatori sanitari e dei cittadini. Parafrasando Aristotele che dice che la ragione (causa) dello Stato è la persona (ma anche Kant, quando dice che l’uomo non può essere mai mezzo, ma fine), non può mai essere anteposta la tutela della persona nella sua integrità per un qualsiasi altro fine, fosse anche il pareggio di bilancio.

Pretendiamo che coloro che hanno fatto le scelte aberranti che sono la causa della morte di persone paghino. Per altro, e ciò provoca un infinito dolore, persone per definizione buone che hanno fatto il giuramento (e rispettato fino al sacrificio) di cercare di aiutare il prossimo, anche a scapito della propria vita.

Il popolo italiano questo lo ha capito, la classe dirigente, a quanto pare, no.

Aggiornato il 06 aprile 2020 alle ore 11:35