Ai miei studenti di oggi

Sono state chiuse tutte le scuole d’Italia. Ma l’esperienza “a distanza” che stiamo vivendo può rappresentare, per le sue novità e implicazioni, una fondamentale fase di crescita per tutti noi, sia per voi studenti sia per noi professori, perché ci offre la possibilità di ripensare noi stessi e la scuola, di riflettere sulla “conoscenza della conoscenza”, di scoprire e scovare percorsi alternativi, creativi e originali alla pur sempre necessaria e imprescindibile didattica in aula. Sappiamo bene che la didattica a distanza non può sostituire l’attività svolta a scuola e in aula, cioè la realtà virtuale o tecnologica non potrà mai sostituire la realtà dei rapporti umani diretti, delle relazioni personali “de visu”, dei contatti ravvicinati, dell’empatia e della simpatia, ma può aiutare e supportare la didattica con strumenti nuovi, che restano pur sempre strumenti perché il fine e gli scopi restano sempre altri: conoscere se stessi, diventare dei cittadini consapevoli e coscienti, migliorare se stessi, apprendere nuove conoscenze, sviluppare il proprio talento, imparare a collaborare con gli altri, a convivere, a comprendere l’importanza delle regole. E non c’è soltanto questo… perché c’è qualcosa di meglio. Qualcuno di voi ricorderà che, ogni tanto, vi dico: “Non chiedete di più, chiedete di meglio”. Anche da voi stessi. Insomma, questi che stiamo vivendo non sono giorni di vacanza, ma sono un’occasione per imparare a vivere diversamente la scuola e imparare dalla vita qualcosa di diverso.

Come fosse una pagina del nostro Diario di Bordo, allora, in questa particolare navigazione a distanza, che pone cioè una netta distanza tra il docente e gli allievi, mi sono ritrovato a scrivervi...

Infatti, restando sempre valida la similitudine che ho usato a scuola, in cui ho descritto voi ragazzi come dei componenti di un equipaggio immaginario, a bordo del nostro immaginario veliero, mi sono accorto che – seppur a distanza – in qualche modo, possiamo proseguire insieme il viaggio di questo anno scolastico solcando l’Oceano incerto della vita, soprattutto in questi giorni nuovi che ci fanno vivere un’esperienza nuova. E potrebbero renderci migliori.

Insomma, seguendo la metafora, ci vuole poco per capire e renderci conto che siamo tutti sulla stessa barca. E così, mi sono ritrovato a scrivere e a pensare a voi studenti e ai possibili modi di cogliere l’interruzione delle attività didattiche a scuola trasformando il momentaneo disagio in un’occasione. Del resto, per carattere e per mentalità, sono convinto che ogni nuova situazione sia sempre un’occasione creativa. Anche se tale nuova situazione porta con sé ineludibili distanze e difficoltà. Ti piace vincere facile? Scherzo. Sappiamo bene che c’è una bella differenza tra semplice e facile.

Forse, questo periodo di lontananza fisica dai luoghi della scuola e dalle aule può mettervi nella condizione di assaporare lo studio con una predisposizione d’animo diversa. Da un particolare punto di vista, infatti, può essere anche una condizione congeniale perché si tratta di un contesto nuovo che non deve far fronte all’ansia dell’interrogazione o alla verifica scritta del giorno dopo e, quindi, porta con sé la possibilità concreta di dedicarvi con serenità al ripasso di quanto svolto finora. In altre parole, questa potrebbe essere sia l’occasione per svolgere i compiti da fare a casa, andando a colmare con maggiore tempo a disposizione le eventuali lacune o carenze che si fossero create lungo la traversata in mare aperto, sia l’occasione per riempire il vuoto determinato dalla distanza, con uno spazio dedicato a voi stessi, al vostro lavoro individuale, ai tempi e ai modi di cui avete necessità per apprendere e fissare meglio le conoscenze acquisite.

Penso che tale situazione sia come uno specchio posto davanti a tutti noi e che riflette quello che siamo, mostrandoci meglio le nostre qualità, ma anche le nostre criticità. Uno specchio che può renderci più consapevoli, più coscienti, più veri, meno ipocriti, meno agitati, meno superficiali. Uno specchio che ci riflette e che può aiutarci a riflettere, a comprendere meglio chi siamo, a ritrovare un nostro stile di vita troppo spesso sopraffatto dal caos e dai rumori di fondo, a curare i nostri comportamenti, ad affinare il nostro modo di essere e di vivere, a scoprire una nostra eleganza interiore, a riscoprire i nostri gesti quotidiani, il rispetto per le persone. Insomma, la vita è la cura delle cose, di noi stessi e degli altri.

È forse questa la possibilità di trasformare il rischio d’un tempo perso mutandolo in tempo libero. In altre parole, il tempo perso può essere colmato dalla responsabilità e, così, il tempo perso diventa “tempo libero” che, a propria volta, diventa uno spazio, un luogo di possibilità, un tempo di attività diverse, un modo per colmare il nostro vuoto esistenziale con la cultura, la lettura, la scrittura, la creatività, la fantasia.

Tale specchio può essere l’occasione per leggere un libro o una poesia o un testo di narrativa per puro piacere, cioè riscoprendo innanzitutto il piacere della lettura non obbligata e non imposta, una lettura libera che diventa un atto di libertà, un gesto di ricerca delle verità. Insomma, questo tempo in più che abbiamo a disposizione, anche perché non dobbiamo occupare il tempo per gli spostamenti, può diventare lo spazio utile per ripassare, scrivere, approfondire, ricercare, capire, rileggere, ripetere a voce alta quanto studiato, affinare il lessico e arricchire il nostro glossario storico, amare la Storia e i suoi risvolti nella contemporaneità.

Guardarsi allo specchio, in questo caso, perciò, non è un atto di vanità, ma è per noi come guardarsi dentro gli occhi attraverso il nostro stesso sguardo ed è, quindi, forse questa l’occasione propizia per ricostruire e rigenerare il nostro desiderio d’imparare scoprendo il nostro mondo interiore attraverso l’ascolto delle voci di dentro che ci vengono dalla Letteratura, dai testi teatrali, dai film, dall’arte, dalla memoria, dalla Storia.

In tal modo, se viviamo questa interruzione didattica a scuola come uno spazio tutto nostro per riscoprire di nuovo la bellezza di rispettare gli altri e noi stessi, per amare la cultura e lo studio in modo nuovo o rinnovato, per preparare il rientro a scuola allo scopo di vivere l’apprendimento con una recuperata energia, allora – dopo questa esperienza – potremmo aver favorito o costruito le basi per un mondo scolastico innovato nelle sue premesse perché saremo cresciuti ancora un po’ e potremmo riscoprirci migliori di prima, pronti per un nuovo inizio o per continuare in modo diverso quello che non abbiamo mai interrotto. Questa situazione è come uno specchio posto davanti a noi... e quante lacrime su quello specchio e quanti sogni in quegli occhi.

Reggere lo sguardo dello specchio è difficile, ma – se sapremo far tesoro di questi giorni un po’ strani e confusi – questa specie di lontananza forzata ci potrebbe offrire davvero l’occasione per rigenerare i rapporti umani, per scoprire e rafforzare i nostri talenti, per colmare le nostre eventuali carenze accumulate lungo il viaggio. Perché, alla fine di questo periodo, non saremo più quello che eravamo ieri. Potremmo forse riscoprirci migliori, dipende da noi. Potremmo essere cresciuti, se sapremo cogliere il nostro ritrovato tempo libero per prendere finalmente per noi il tempo di cui abbiamo bisogno e sviluppare così la nostra curiosità per il linguaggio e i linguaggi della comunicazione attraverso la Tv, le radio, il web, la carta stampata, i social-network. E se sapremo sviluppare il nostro interesse, la nostra sensibilità, la nostra capacità critica, la nostra consapevolezza facendo emergere una nostra coscienza civile e civica, allora sarà bellissimo... perché, in tal caso, avremo forse scoperto qualcosa di noi che non sapevamo.

Ogni tanto mi domando: che cos’è quella piccola fiammella che regalo a voi studenti e che è simboleggiata da un accendino ricaricabile?

Quella fiammella, come vi ho spiegato spesso, è l’intenso sentire del cuore, è la nostra dignità, il nostro gioire, è la coscienza che si fa vedere, è il moto interiore, la fantasia che si accende, è l’ideale di libertà, la luce che ci portiamo dentro, il chiarore che possiamo sprigionare nei momenti bui della vita, la forza che scalda, la memoria che crea il futuro, l’umiltà di ciascuno, l’ascolto dell’altro, il sorriso che doni, l’abbraccio che ricevi, lo sguardo che emani, la poesia che ti porti dentro, l’antidoto alla paura o all’angoscia o all’ansia.

Dico sempre che “la scuola è amore”, vogliamo allora prepararci per mettere l’amore sopra la paura? Studiare e apprendere è anche un modo efficace per superare pensieri tristi. Ecco perché questi giorni possono essere utili per rafforzare il nostro metodo di studio e il nostro approccio all’apprendimento.

Inoltre, ho pensato che, soprattutto per i giovani e per gli adolescenti, in genere ciò che è vietato diventa desiderabile. Chissà se questa distanza dall’edificio scolastico non diventi perciò un modo per trovare delle strade alternative di apprendimento e didattica a distanza e sentirci così meno lontani da noi stessi e più vicini ai nostri sogni?

Aggiornato il 10 marzo 2020 alle ore 12:09