Hong Kong e la posizione italiana sui diritti umani

Si è svolto, presso la Sala Caduti di Nassiriya del Senato, il convegno “Hong Kong, la libertà di tutti: La posizione dell’Italia sui diritti umani”, che ha visto la partecipazione di Joshua Wong, leader del movimento democratico Demosisto, in collegamento skype da Hong Kong. In Italia Wong doveva venirci con un volo già prenotato. Era tutto pronto per la trasferta, quando le autorità di Hong Kong gli hanno negato il viaggio, costringendolo a rimanere in casa.  Dopo le elezioni distrettuali a Hong Kong, che hanno consegnato una vittoria netta e storica ai candidati pro-democrazia e le posizioni estere italiane legate alla politica della Cina risulta necessario interrogarsi sul futuro delle relazioni internazionali, sulla promozione dello stato di diritto e democratico e sulla tutela dei diritti umani.

L’incontro è stato promosso dal presidente della Fondazione FareFuturo e senatore di Fratelli di Italia Adolfo Urso; Giulio Terzi, ambasciatore e presidente del Comitato Globale per lo Stato di Diritto “Marco Pannella” e Laura Harth rappresentante del Partito radicale alle Nazioni Unite. Hanno partecipato innumerevoli senatori e deputati, tra i quali: Enrico Aimi (Forza Italia), Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia), Valeria Fedeli (Partito Democratico), Lucio Malan (Forza Italia), Federico Mollicone (Fratelli d’Italia) e Manuel Vescovi (Lega). “Sono deluso dalle dichiarazioni indifferenti del ministro Di Maio sulla terribile situazione a Hong Kong, invito il vostro paese a manifestare per le violazioni dei diritti umani” ha ribadito il giovanissimo ventitreenne segretario del movimento democratico Demosisto.

Nel suo intervento Giulio Terzi è stato categorico: “I diritti umani sono diritti stabiliti a livello internazionale, sottoscritti e affermati dalle convenzioni internazionali. Gli stati come la Cina non possono inserire il sovranismo e il particolarismo del diritto come giurisdizione sovrana, annullando i principi universali di libertà e democrazia e creando terrore come sta accadendo ad Hong Kong. Molti commentatori occidentali hanno rilevato la notevole capacità della strategia di Pechino. Il disegno di Pechino fa parte di un progetto geopolitico per un nuovo ordine mondiale nella quale la Cina intende assumere il ruolo di superpotenza dominante”.

Successivamente, il giovane leader democratico Joshua Wong ha affermato: “Da quando ho appreso la notizia del mio divieto a potermi recare in Europa, ho vissuto questa notizia in modo tragico perché il governo cinese sta tappando la bocca alle opposizioni e non consente agli attivisti di potersi recare all’estero ed esprimere il proprio dissenso. Nell’ultimo fine settimana vi è una stata una partecipazione da record alle elezioni distrettuali e ciò dimostra la profonda opposizione del popolo contro il regime comunista di Pechino. In queste elezioni, le forze democratiche hanno raggiunto quasi l’86 per cento dei consensi. I cittadini continuano a manifestare ed esprimere il proprio dissenso nei confronti della Cina. Tali elezioni hanno dato un segnale chiaro alle istituzioni, che devono risolvere la problematica in termini politici, ribadendo l’importanza di un clima politico democratico che chiediamo da tanti anni a Pechino”.

Intervento molto atteso è stato quello di Valeria Fedeli del Partito democratico che ha affermato: “Quasi tutte le forze politiche stanno depositando interrogazioni sulla violazione dei diritti umani in Cina. Il rispetto dei diritti umani deve essere sempre tenuto in considerazione. No alla neutralità del diritto, dobbiamo sempre ribadire la nostra negazione quando i nostri partner commerciali sono protagonisti nella violazione dei diritti fondamentali. Voglio inoltre ricordare l’utilizzo dello stupro in tali tragedie. Questi elementi di aperto contrasto contro i diritti delle donne vanno denunciati ed affrontati con forza. Come Partito democratico stiamo formalizzando alla Camera una mozione che porteremo alla discussione”.

Ai lavori è intervenuto anche Enrico Aimi di Forza Italia che ha dichiarato: “Pechino cerca in tutti i modi di screditare le proteste, ribadendo che le proteste sono il frutto dei finanziamenti americani ai gruppi dissidenti. Quello che è successo con le elezioni distrettuali dimostra che Hong Kong vuole liberà e democrazia contro l’oppressione della Cina. Gli Stati Uniti sono solidari con Hong Kong e ciò dobbiamo fare anche noi in Italia mettendo in discussione gli accordi della Via della Seta. Hong Kong è importante per Pechino perché è un cuore del commercio e della finanza, con la presenza di studi legali importanti e internazionali e non possiamo permettere al regime cinese di continuare con la repressione. Il mio appello è al parlamento italiano che unito deve sostenere i cittadini di Hong Kong”.

Laura Harth del Partito radicale ha ricordato le ingerenze della Cina anche nel nostro paese: “L’anno scorso abbiamo svolto un’azione giuridica in collaborazione tra il Partito radicale e alcune Ong di Hong Kong presentando delle proposte all’Onu. Le nostre proposte furono completamente cancellate dall’agenda politica onusiana. Marco Pannella e il Partito Radicale hanno sempre sostenuto le manifestazioni di democrazia nel mondo cinese. Il Tibet, Hong Kong, Taiwan, la repressione degli Uiguri e le continue violazioni della Cina sono da esempio al mondo del suo agire e le istituzioni italiane dovrebbero comprenderlo e sostenere le forze democratiche”.

Importante lallarme lanciato dal presidente Urso e ribadito dal dissidente democratico di Hong Kong, unavvertenza legata alla progettualità economica della Via della Seta: “Hong Kong deve servire da esempio dal quale imparare. Con l’esperienza e l’esempio di Hong Kong, anche l’Italia deve stare attenta a non dipendere troppo dagli interessi economici, e in particolare al progetto Belt and Road Inititative, la Via della Seta. Non è altro che una strategia della Cina per influenzare il nostro Paese, spalancano le porte all’Europa”.

In conclusione, il senatore Urso ha ribadito: “Oggi possiamo dirci tutti cittadini di Hong Kong perché il destino del mondo futuro proviene da questi luoghi. Se la Cina comunista continua con la repressione vuol dire che il nostro futuro è minacciato, poiché la Cina si presta a divenire potenza mondiale. Il nostro rapporto con la Cina è il frutto del rapporto che la Cina continua ad avere con Hong Kong. Voglio dire a Beppe Grillo che oggi abbiamo il nostro meeting pubblico in streaming con Hong Kong e lui non ci dice cosa si sono detti con le istituzioni cinesi. Evidentemente anche Grillo è entrato in un’altra visione e aerea di influenza che non è quella occidentale”.

Inoltre, i lavori hanno visto la presenza dell’ambasciatore di Taiwan in Italia Andrea S.Y. Lee che ha portato la solidarietà di Taiwan alle forze democratiche di Hong Kong, sottolineando le medesime preoccupazioni riguardo l’azione della Cina in tutto il mondo asiatico. Il rapporto dell’Italia con la Cina influenzerà il dibattito politico dei prossimi mesi così come l’importanza di affermare visioni democratiche e rispettose delle convenzioni internazionali sui diritti fondamentali dell’uomo.

 

 

Aggiornato il 29 novembre 2019 alle ore 13:23