Le acque reflue ci raccontano i consumi di droga

È stato pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Addiction, uno dei più grandi studi mai realizzati sul consumo delle droghe nel Mondo, messo a punto utilizzando un metodo di ricerca promosso dall’Istituto di ricerche farmacologico Mario Negri che prevede il monitoraggio e l’analisi delle acque reflue, cioè le acque di scarico provenienti da abitazioni, attività commerciali o edifici pubblici dei maggiori agglomerati urbani.

Il progetto, che è nato con l’intento di quantificare il consumo globale di droghe d’abuso, cocaina, amfetamina, metanfetamina ed ecstasy, e ha coinvolto ricercatori ed esperti di 41 istituzioni internazionali che hanno analizzato i campioni di metaboliti urinari prelevati da 143 impianti di trattamento delle acque reflue tra il 2011 e il 2017. Sono stati coinvolti un totale di 60 milioni di persone residenti in 120 città di 37 Paesi tra Europa, Canada, Usa, Sud America e Australia.

I risultati che sono emersi sono tutt’altro che rassicuranti, dato che mostrano una crescente e preoccupante tendenza al consumo di droghe illegali in tutto il Mondo. Scendendo nel dettaglio, è emerso che in Europa, la sostanza maggiormente assunta risulta essere la cocaina: il suo consumo è aumentato di ben il 13 per cento in soli 5 cinque anni, soprattutto nell’Europa occidentale e del sud. E il dato che maggiormente ci interessa riguarda la città di Milano, che si attesta come vera e propria “capitale” della polvere bianca nel nostro Paese: non solo è la città italiana dove il consumo è più elevato, ma è anche in aumento, dato che si è passati da otto dosi medie al giorno ogni mille abitanti a ventidue, registrando un incremento davvero cospicuo.

Unica consolazione, il consumo milanese, simile a quello parigino, viene ancora considerato “medio” rispetto ad altre grandi città europee come Londra, Zurigo e Barcellona, dove le dosi medie giornaliere arrivano fino a quaranta ogni mille abitanti. Nel resto d’Europa, ad est prevale la preoccupazione per il consumo di metanfetamina, con livelli molto elevati trovati nelle acque reflue di Repubblica Ceca, Slovacchia ed ex Germania dell’Est, mentre in Scandinavia, Belgio, Olanda e resto della Germania è superiore il consumo di amfetamina.

Al di fuori dell’Europa, la città di Medellin, in Colombia, ha registrato i livelli più alti per la cocaina, che resta la sostanza più consumata in Sud America, mentre negli Stati Uniti, in Canada e soprattutto in Australia sono le tracce di metamfetamine a risultare le più elevate, soprattutto nelle due città di Adelaide e Seattle. L’ecstasy non prevale in nessun Paese analizzato, ma i consumi risultano in crescita in quasi tutte le città prese in esame nel periodo controllato.

Ettore Zuccato, ricercatore dell’Istituto Mario Negli, ha sottolineato come “La metodologia applicata si è confermata in grado di fornire stime oggettive e dirette dei consumi di droghe a livello di popolazione. Le numerose applicazioni disponibili hanno infatti dimostrato che questo metodo è in grado di fornire regolarmente dati più aggiornati rispetto alle indagini epidemiologiche effettuate a livello nazionale a cadenza annuale o biennale”.

Risulta evidente come ricerche di questo tipo possano rivelarsi cruciali nella tracciatura delle mappe di consumo di queste sostanze, coadiuvando gli esperti nell’identificazione delle strategie migliori per riuscire ad arginarne la diffusione e nella prevenzione e risoluzione delle problematiche derivanti dall’abuso.

Aggiornato il 04 novembre 2019 alle ore 12:42