Roma, ordine pubblico come in un film di Tarantino

Il problema non sono gli immigrati o la diffusione ormai capillare di ogni tipo di droga a qualunque ora del giorno e della notte grazie al perdurare dell’ideologia proibizionista. Quelli sono problemi comuni a tutta Italia e a buona parte dei Paesi europei e mondiali. A predicare un cambio di passo in Italia ci sono solo i Radicali, mentre persino l’America della guerra alla droga sembra avere capito almeno in parte (cannabis) l’antifona. E infatti lì le cose stanno migliorando di molto, con la mafia che sta uscendo dal mercato delle droghe leggere mentre i singoli Stati aggiustano il proprio bilancio e la salute pubblica sembra guadagnarci notevolmente.

Ma il problema a Roma è un altro. Questa ancora oscura vicenda del carabiniere ucciso da due figli di papà americani ha più a che vedere con un’atmosfera da “film di Tarantino” che si è andata instaurando poco a poco. Un pusher che chiama i carabinieri di cui probabilmente è sporadico informatore per recuperare un borsello con un telefonino in cui conserva preziosi indirizzi e telefoni di clienti è una circostanza che si vede solo in quel tipo di pellicole. E anche degli agenti che agiscono così frettolosamente e sottovalutano il rischio senza altri colleghi in copertura e con un finale imprevedibile sembra una scena di “Pulp fiction”. E la cosa strana è che tutti lo considerano normale in ragione del principio ormai acquisito che si vive così, a Roma, senza più tanta differenza tra guardie, ladri, informatori. E con il principio ormai costituzionalizzato che il fine giustifica i mezzi.

Però il diavolo che fa le pentole spesso si scorda i coperchi. Ma magari fa le foto dei fermati in caserma. E così ora oltre a piangere un innocente che sembra fosse uno degli uomini più buoni dell’Arma, rischiamo anche un incidente diplomatico con gli Usa che a questi due assassini figli di papà, potete starne certi, faranno di tutto per proteggerli. Non vi piace questa storia? Non vi piace il “non lieto fine”? Neanche a me. Ma la ritengo altamente probabile. E se scrivessi qualcosa di diverso sarei un giornalista sovranista-opportunista come tanti.

Aggiornato il 29 luglio 2019 alle ore 11:54